Milano, 7 mar. (Adnkronos Salute) - Terreni, rogge, cascine e tenute agricole, frutto di donazioni che si sono succedute nell'arco di 6 secoli. E' il maxi patrimonio rurale del Policlinico di Milano, valore stimato fra i 500 e gli 800 milioni di euro. Un 'tesoretto agricolo' oggi in crisi, messo in difficoltà dal deprezzamento dei canoni, dal degrado dei fabbricati e da elevate passività ambientali (170 mila metri quadri di amianto). Per farlo 'risorgere' e tornare a fruttare, lo storico ospedale del capoluogo lombardo sta sondando l'idea di costituire una Fondazione ad hoc che si occupi della gestione e della valorizzazione di queste proprietà terriere. Obiettivo: destinare le risorse finanziarie così prodotte alla ricerca scientifica dell'Irccs e allo sviluppo della ricerca nella bioeconomia.
Nella seduta di oggi il Cda del Policlinico "ha deliberato di avviare il percorso di verifica per la costituzione della Fondazione finalizzata a promuovere il progresso della ricerca" dell'ospedale, "ottenendo i mezzi attraverso una valorizzazione del patrimonio rurale che non prevede l'alienazione", assicurano da via Sforza in una nota. La governance di tale Fondazione "sarebbe in capo allo stesso Cda" dell'Irccs, "così da non avere oneri aggiuntivi e garantire una gestione unitaria. La nuova Fondazione non avrebbe fini di lucro e, in caso di scioglimento, il patrimonio tornerebbe alla Fondazione Irccs".
Al momento la rendita del patrimonio rurale è molto bassa, ferma allo 0,3%. L'obiettivo è di portarla all'1,4%. Le criticità sono emerse dalla 'due diligence' effettuata dai vertici dell'Unità operativa complessa Patrimonio, in carica da maggio 2012 (con direttore ad interim Osvaldo Basilico e coordinatore Achille Lanzarini). La proprietà fondiaria del Policlinico è smisurata: 85 milioni di metri quadri, di cui l'1% edificabile e con 90 cascine. (segue)