(Adnkronos Salute) - Torna sul caso Nasko anche l'assessore alle Politiche sociali e cultura della salute del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, che durante la presentazione di un progetto di prevenzione per donne migranti promosso nel capoluogo lombardo dalla Fondazione Bracco ribadisce il disaccordo su un'eventuale restrizione dei criteri di accesso al fondo Nasko (un'ipotesi al vaglio in Regione è quella di inserire il requisito della residenza da almeno 5 anni in Lombardia).
"Sarebbe autolesionista cercare di tenere fuori le migranti da forme di sostegno alla maternità - commenta - L'eventuale limitazione dell'accesso per queste donne sarebbe una scelta sciagurata e dannosa, solo per accarezzare il consenso su questi temi. Noi qui parliamo il linguaggio dei diritti. Riteniamo che in fase di crisi si debbano estendere le opportunità di sostegno alla genitorialità".
Senza dubbio, commenta a margine dell'incontro in Comune Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco che ha promosso l'iniziativa di screening per circa 300 immigrate contro i rischi di infezione in gravidanza, "bisogna essere molto attenti nelle autorizzazioni. Però è chiaro che dobbiamo farci carico" di queste situazioni di difficoltà "dato che siamo la grande Milano, da sempre famosa per l'accoglienza in maniera paritetica di tutti i soggetti".