Milano, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Non scemano le polemiche sul fondo Nasko, attivato in Lombardia per sostenere le donne in difficoltà economica che decidono di non abortire. La Regione, attraverso l'assessorato alla Famiglia, solidarietà sociale e volontariato, ha annunciato l'intenzione di rendere più restrittivi i criteri di accesso ai contributi - è al lavoro un gruppo tecnico che concluderà l'attività entro fine marzo - segnalando che nei 3 anni di sperimentazione degli oltre 18 milioni spesi tra il fondo Nasko e il fondo Cresco (per garantire un'alimentazione sana a mamme e bebè in condizioni di povertà), il 75% è finito a extracomunitari. L'assessorato ha anche definito "un'anomalia" quella del Centro di aiuto alla vita attivo nell'ospedale Mangiagalli di Milano che, secondo i dati diffusi, nel 2012 avrebbe presentato e gestito il 40% circa di tutte le domande Nasko prese in carico in regione.
Il presidente del Policlinico di Milano, Giancarlo Cesana, non ci sta e, a difesa dell'operato del centro, replica: "Il Cav Mangiagalli è un'associazione di volontariato che da 30 anni è presente al Policlinico. E' aperta tutto l'anno, agosto compreso, tutti i giorni, per offrire - oltre al sostegno psicologico e materiale alle donne incinte in difficoltà - anche servizi sanitari indispensabili per mamme e neonati. Dal 2000 gestisce il consultorio familiare accreditato 'Genitori Oggi'. I bambini che ha aiutato a nascere sono oltre 16.663. Nel 2013, il centro ha incontrato 1.107 donne al primo trimestre di gravidanza e attivato 341 progetti Nasko. I dati esprimono senz'altro un'anomalia, ma solo positiva, che mi auguro possa essere tutelata e riconosciuta per il servizio sociale pubblico che evidentemente rende". (segue)