(Adnkronos Salute) - Secondo i giovani medici, tale prassi "scavalcherebbe quanto previsto dalla normativa vigente. Infatti - spiega il Sigm - il legislatore, con l'art. 25 della legge 724/1994 aveva già inteso precludere l'affidamento di incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca ai dipendenti che cessano volontariamente dal servizio, pur non avendo il requisito previsto per il pensionamento di vecchiaia, ma che tuttavia dispongono dei requisiti contributivi per l'ottenimento della pensione anticipata di anzianità. Volontà ribadita dall'art. 5, comma 9 del Dl 95/2012".
E davanti al sussistere di comportamenti opposti alla volontà del legislatore, il ministero dell'Economia, con nota del 7 gennaio 2014, affermava con chiarezza che "non sembrano dunque sussistere dubbi circa il fatto che le norme in questione pongono in capo alle pubbliche amministrazioni il divieto di conferire incarichi di studio o consulenza al personale già dipendente e collocato in quiescenza, ove tali incarichi abbiano ad oggetto la medesima attività, ovvero le medesime funzioni svolte" con rapporto di lavoro dipendente.
Il Sigm, associazione non sindacale di categoria, auspica che a tale richiesta si uniscano "anche i colleghi delle sezioni giovanili dei sindacati ospedalieri e del territorio, anche per dare finalmente concretezza alle attenzioni che le organizzazioni sindacali negli ultimi tempi dichiarano di riservare nei confronti delle giovani generazioni di medici".