Roma, 3 mar. (Adnkronos Salute) - (Embargo ore 23.00) Figli e lavori domestici 'rubano' più tempo alle dottoresse rispetto ai colleghi maschi, causando uno svantaggio professionale ai camici rosa con ripercussioni sulla carriera. A stabilirlo è una ricerca dell'Università del Michigan (Usa) pubblicata su 'Annals of Internal Medicine'. Lo studio ha esaminato 1.055 laureati in medicina e appena entrati nel mondo della ricerca. La scoperta potrebbe far luce sul perché i medici universitari di sesso femminile, in generale, non riescono ad avere una carriera accademica pari a quella dei loro colleghi maschietti.
"All'interno della famosa 'Generazione X', molto istruita e cresciuta senza le forti discriminazioni di genere dei genitori, ci si aspetta una distribuzione abbastanza uniforme del lavoro domestico tra i partner. Ma - sottolineano i ricercatori - quello che abbiamo trovato tra i medici è che rimangono ancora delle differenze nelle aspettative degli impegni familiari tra i due sessi. E a rimetterci sono soprattutto le donne". Secondo l'analisi tra i medici sposati, gli uomini hanno una probabilità 4 volte più alta di avere il coniuge che non lavora (o lo fa solo part-time) e si prende cura dei figli. Tra i camici bianchi sposati e con prole, gli uomini hanno riferito di dedicare meno di 12 ore a settimana per aiutare i figli a fare i compiti o per dare una mano con le faccende domestiche. Le dottoresse impiegano 8 ore in più a settimana in queste incombenze.
"E' possibile - osserva Reshma Jagsi, autore dello studio - che alcune di queste ataviche differenze tra i sessi permangono tra i medici perché tra i camici bianchi maschi resiste ancora il modello del capofamiglia tradizionale. La stragrande maggioranza delle dottoresse intervistare sono sposate con uomini che lavorano a tempo pieno, mentre la maggioranza dei dottori ha al fianco una moglie impegnata solo part-time o che non lavora".