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Sanita': vite da salvare e proiettili da evitare, e' la Medicina da combattimento (2)

12 febbraio 2014 | 13.39
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(Adnkronos Salute) - Una volta curati e portati in barella sull'elicottero i 'finti' pazienti, per i Medici da combattimento la missione è finita. Ora dopo 4 settimane di formazione sono pronti. "Grazie al corso si imparano protocolli non previsti nell'iter di formazione canonico di un medico - spiega Davide Zelletta, 27anni, chirurgo e sottotenente di vascello appena laureatosi in medicina all'Accademia di Livorno della Marina - L'esercitazione è realistica, molto vicino alla realtà. Ci si carica di adrenalina prima del percorso e durante gli spari a sorpresa, che se non viene gestita bene può danneggiare la concentrazione. E' fondamentale rimanere calmi e mantenere lucidità' e sicurezza”.

Ma quale delle situazioni di assistenza simulate durante l'esercitazione è stata piu' complessa? "Quella del soldato ustionato, soprattutto se colpito al volto e alle narici perché in quel caso l'ustione arriva alle vie aree e può esserci la formazioni di un edema e l'ostruzione delle vie stesse". I medici che hanno partecipato al corso hanno dovuto lavorare in fretta per risolvere questo problema, sempre simulato da veri soldati che per un giorno si fingono consumati attori, con la cricotiroidotomia. Ovvero, un ago inserito nella trachea per permettere la respirazione. "E nello zaino - aggiunge - abbiamo tutto il necessario per farlo sul campo e velocemente". Il sogno ora per il giovane medico della Marina è di partite subito per una missione.

Marinella Patanè, 32 anni, farmacista, a settembre è entrata in Marina con il concorso lasciando il lavoro da ricercatrice nel campo della farmacovigilanza al Policlinico di Catanzaro. "La mia non è stata una scelta economica, ma volevo un ambiente operativo che mi stimolasse dal punto di vista professionale, poi c'è anche la passione per il mare. Ora mi sono resa conto di come è importante sostenere il paziente - precisa la farmacista - Più della morfina ci vuole il conforto umane. Oggi nello zaino avevamo delle garze e bende orlate e come farmaci la soluzione fisiologica e la morfina. Inoltre abbiamo simulato l'uso degli iniettori ossei in dotazione alla Marina, che vengono usati quando non sono disponibili accessi venosi per il paziente e il farmaco deve essere iniettato in soluzione direttamente nell'osso". Ora gli allievi del corso, che e' anche riconosciuto come Ecm (50 crediti) per il personale sanitario della Marina, sono rientrati al campo, stremati ma soddisfatti per aver portato a termine la missione. Il rancio li aspetta.

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