Parigi, 6 feb. (Adnkronos Salute) - Con 1 miliardo 593 mln di euro nel 2013 (-4,7% rispetto al 2012) Sanofi in Italia si piazza secondo posto in termini di fatturato. Il 'braccio italiano' della casa farmaceutica francese è attivo in tutte le aree terapeutiche del gruppo, con farmaci innovativi, etici e consumer healthcare, e genera un export di circa 331 milioni di euro (il 21% sul fatturato 2013). I numeri dell'anno da poco concluso mostrano anche investimenti pari a 48,9 milioni di euro, di cui: 37,9 milioni di euro nel comparto industriale e 11 milioni di euro in studi e sviluppi clinici.
I cinque stabilimenti produttivi di Origgio (Va), Garessio (Cn), Anagni (Fr), Scoppito (Aq) e Brindisi producono farmaci destinati a tutto il mondo, mentre quello Merial (Divisione Salute animale) situato a Noventa Padovana (Pd) è specializzato in prodotti veterinari. Su un totale di oltre 2.600 collaboratori nel Paese, più di 1.300 operano nei siti produttivi. Solo nel 2013, sottolinea l'azienda, sono stati effettuati circa 38 milioni di euro di investimenti industriali, "a conferma della volontà di continuare a credere e investire nel tessuto produttivo del Paese". La ricerca clinica sui nuovi farmaci 'targata' Sanofi l'anno passato ha coinvolto 476 centri di sperimentazione italiani, con oltre 2.000 pazienti. Nel 2013 si sono svolti 56 studi clinici in oncologia (36%), cardiovascolare (10%), medicina interna (20%), diabetologia (12%), malattie rare (12%) e patologie neurodegenerative (10%). Il 64% degli studi era in fase avanzatata di sviluppo.
Infine l'Italia è attiva anche nel Programma accesso ai farmaci del gruppo, che punta a curare le malattie dimenticate nei Paesi in via di sviluppo. Gli stabilimenti di Garessio, Brindisi e Anagni hanno infatti "un ruolo chiave" nel garantire farmaci efficaci per il trattamento di patologie come la malaria e la tubercolosi nei Paesi in cui sono endemiche.
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