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Sanremo 2023, 400 in piazza contro messaggio Zelensky al Festival

11 febbraio 2023 | 18.05
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La manifestazione tra bandiere russe e di San Giorgio

Sanremo 2023, 400 in piazza contro messaggio Zelensky al Festival

Sono circa 400 le persone scese a Pian di Nave, a Sanremo, per protestare contro l'intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che sarà letto alla serata finale del Festival. In piazza, per il Festival del Disarmo, organizzato dal centro culturale Pecora Nera e dal Comitato di liberazione nazionale, sventolano non solo bandiere della pace e delle sigle promotrici dell'iniziativa, ma anche russe e a righe arancioni e nere, a raffigurare i nastri di San Giorgio, l'onorificenza militare Russa, diventata un simbolo nella guerra contro l'Ucraina. A sventolarla è Alessandro Benassi, simpatizzante di Italia unita, associazione che punta a diventare partito e che ha portato a Sanremo oggi una ventina di militanti.

Il nastro di San Giorgio "ricorda i morti nella guerra patriottica, la seconda guerra mondiale per i russi", precisa Benassi, spiegando di aver voluta esibire la bandiera perché "in questo momento Italia Unita si fa a molti dei valori di amicizia con la Russia. Ci rifacciamo alla fratellanza dei popoli. Non siamo contro Ucraina e Usa, ma contro la divisione". "No all'imperialismo della Nato. No a Zelensky a Sanremo", "stop alle sanzioni alla Russia. Stop all'invio di armi e soldi all’Ucraina, l'Italia ripudia la guerra", si legge sui manifesti esposti da Italia libera, un’altra delle sigle che hanno aderito al Festival del Disarmo. Ai piedi del palco allestito sul lungo mare, è esposto un cartonato a dimensione naturale di Julian Assange.

IL LEADER DEI 'NO ZELENSKY' - "Siamo soddisfatti: dopo tutto il terrorismo che è stato fatto, con tutti i gruppi contattati dalle autorità che li dissuadevano a venire e la boutade assurda della bomba ieri sera, la piazza è comunque bella gremita" dice all'Adnkronos Diego Costacurta, leader di Pecora Nera, il centro culturale che insieme al Comitato di liberazione nazionale ha organizzato a Sanremo il Festival del Disarmo, la manifestazione pacifista contro il messaggio di Zelensky all'ultima serata della kermesse musicale.

Cartelli no vax hanno sostituito le bandiere russe e la croce di San Giorgio, esposte nel pomeriggio. "Mi dispiace, ma mi auguro che la croce di San Giorgio sia a esprimere la pace. Non diamogli un significato particolare" è l'invito di Costacurta, che sottolinea come "l'obiettivo della manifestazione sia solo la pace" e spiega di "aver aperto a tutti (oltre 40 le sigle aderenti, ndr.). Io ho voluto trascendere le appartenenze, perché è chiaro che destra e sinistra non sono altro che maschere e, quindi, ho voluto che le maschere fossero tutte presenti, perché si elidessero a vicenda". Il leader di Pecora Nera avrebbe "voluto che ci fosse anche un ucraino qui a chiedere la pace per il suo Paese. Se ci fosse stata la bandiera ucraina non ci sarebbe stato alcun problema. E mi auguro che sia da una parte che dall’altra ci sia il desiderio di far cessare le armi".

Al Festival del Disarmo è intervenuto in video collegamento anche il leader di Italexit, Gianluigi Paragone.

LA CONTRO MANIFESTAZIONE - Quasi un centinaio le persone, scese in piazza Muccioli, a due passi dal teatro Ariston di Sanremo, per la manifestazione organizzata dalla comunità ucraina, in risposta alla mobilitazione di protesta contro l'intervento di Zelensky al festival.

Tante le bandiere gialle e blu, portate soprattutto da donne e bambini, per dare sostegno al presidente ucraino e ribadire la necessità di fermare Putin con le armi, perché "contro i dittatori non si combatte con i fiori o con le bandiere arcobaleno", dice all'Adnkronos Olha Charka, ucraina da tanti anni a Sanremo, tra le organizzatrici del presidio di oggi, che ha ricevuto il supporto dei Radicali italiani e ha visto la partecipazione di esponenti politici locali di centrosinistra e Terzo polo.

"Ci ha fatto piacere sapere che c’è una piccola parte che sta con noi. Dicono che è il 70% degli italiani, ma chi capisce davvero cosa succede in Ucraina è appena il 30%. Gli altri sono stanchi, anche se non si capisce di cosa", attacca Olha, che manda un messaggio a quelli che a poche centinaia di metri da lei, a Pian di Nave, questo pomeriggio sono scesi in piazza con bandiere russe e nastri di San Giorgio. "Queste persone sanno cosa vuol dire vivere sotto una dittatura? Come dice la senatrice a vita Liliana Segre, la memoria rende liberi e purtroppo gli italiani, vivendo in un Paese democratico, non apprezzano quello che hanno. Io ho vissuto sulla mia pelle quello che può fare una dittatura e preferisco la peggiore delle democrazie a qualsiasi dittatura".

"Tanti italiani si sono stufati della guerra, ma anche noi siamo stufi di avere le bombe che ci cadono addosso tutti i giorni. Tanti qui sono stufi che l'Italia continui a ricevere profughi e noi non vogliamo essere profughi, ma siamo stati cacciati dalle nostre case. Anche noi siamo contro la guerra, ma purtroppo dall'altra parte c’è un pazzo che va fermato con le armi. Un altro modo non c’è ed è per questo che le chiediamo", rincara Anastasia, un'altra esponente della comunità ucraina sanremese, tutta compatta nel dire che Zelensky avrebbe dovuto collegarsi in video con il Festival, dove "non ci sono solo 'canzonette': si è portata la battaglia contro la violenza sulle donne, l'altra sera c’è stato l'intervento della ragazza iraniana contro la dittatura e tutti hanno applaudito", dice Olha. "Dicono che il Festival non è la cornice adatta, ma è sempre stato dedicato anche alle problematiche e ora la principale da mostrare è la guerra in Ucraina", aggiunge Anastasia. Il ringraziamento va a "chi ha avuto il coraggio di dimostrarci sostegno. Lo apprezziamo di tutto cuore".

Il riferimento è a Michele Zarrillo, ospite ieri nella serata cover, ma soprattutto a Tananai, che con la sua 'Tango' in gara alla 73esima edizione di Sanremo canta il dramma di un amore diviso dalla guerra. "Qui facciamo tutti il tifo per lui", dice Olha.

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