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Sanremo, Junior Cally prova all'Ariston e il web lo difende

19 gennaio 2020 | 18.21
LETTURA: 4 minuti

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Antonella Nesi

Mentre infuria la polemica sulle sue produzioni precedenti con immagini violente e sessiste, Junior Cally ha fatto oggi la sua prima prova del brano ‘No grazie’ al Teatro Ariston di Sanremo. La seconda prova con l’orchestra dopo quella avvenuta, subito dopo l’annuncio dei Big in gara, agli studi Rai della ex Dear (ora intitolati a Fabrizio Frizzi). Chi ha assistito alla prova descrive l’artista come tranquillo ma dispiaciuto che il brano presentato a Sanremo (e tra i più apprezzati dai critici al primo ascolto di venerdì scorso) venga praticamente oscurato dalla polemica sulla sua produzione del passato. “Produzione che - fa notare ancora il suo entourage - contiene immagini violente, che caratterizzano tutto un filone del rap a cui appartengono altri artisti italiani e internazionali, da Eminem a Sfera Ebbasta, a Salmo. Un fenomeno che va considerato al pari di altri prodotti di fiction con linguaggio esplicito e violento. Si tratta appunto di fiction non di realtà”.

Intanto, mentre si alza un coro di richieste di provvedimenti contro la presenza del rapper a Sanremo (compresa quella del presidente Rai, Marcello Foa), sono in molti sul web a far notare che un provvedimento contro il solo Junior Cally sarebbe difficile da adottare dal momento che nella sua stessa situazione si potrebbero trovare almeno altri quattro artisti coinvolti nel festival, ovvero Marco Masini, Achille Lauro, i Pinguini Tattici Nucleari e Miss Keta. Tutti infatti hanno nel loro repertorio brani che raccontano scene violente, sessiste o inneggianti alla droga.

E in diversi sui social mettono in guardia su una crociata contro il rapper romano. Da Enrico Mentana, che allega il pezzo di Open dedicato proprio alle polemiche su Junior Cally e annota “se non c'è polemica politica non sono contenti”, al critico musicale di Repubblica Ernesto Assante che su Facebook ripercorrendo le polemiche e gli innumerevole precedenti conclude: “Dato che i Rolling Stones dichiaravano ‘Simpatia per il diavolo’ i ragazzi degli anni Sessanta sono diventati in maggioranza satanisti? O chi ha letto ed amato Oscar Wilde è diventato omosessuale? O chi ha amato Marinetti è diventato fascista? Controllare l'arte è prerogativa dei regimi totalitari, paesi in cui non solo non è lecito ascoltare Eminem ma molta altra musica, libri, film. Lasciamo che siano loro ad impedire l'ascolto di Eminem, qui da noi, nonostante tutto, si vive meglio”.

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