A Pizzo Calabro (in provincia di Vibo Valentia) lungo un sentiero che costeggia il Tirreno, parallelo alla strada statale e che si raggiunge scendendo una scalinata in granito con vista sul Golfo di Sant’Eufemia, si arriva alla chiesetta di Piedigrotta. La leggenda vuole che sia stata costruita da marinai napoletani scampati ad un naufragio attorno alla metà del 1600 e da qui si dirama una serie di caverne scavate nel tufo dove le stalagmiti sono state plasmate da artisti locali (nel XIX secolo) in un centinaio di statue raffiguranti santi ed angeli (www.chiesadipiedigrotta.it). Se la chiesetta rappresenta un connubio tra mito e leggenda, il Castello di Pizzo è invece storia. Maniero eretto a più riprese come sistema difensivo dalle incursioni saracene che infestavano i mari del Sud alla fine del 1300 e ampliato cento anni dopo da Ferdinando I D’Aragona, il 13 ottobre 1815 è teatro della fucilazione del re di Napoli, Gioacchino Murat. Visitabile da novembre a marzo solo al mattino dal lunedì al venerdì e dalle 9.00 alle 13. 00 e dalle 15.00 alle 18.00 il sabato e la domenica (www.castellomurat.it), custodisce busti ed elmi in marmo di Murat e una collezione di monete che vanno dall’epoca bizantina ai Normanni fino a quelle della Repubblica napoletana di Masaniello e al Mezzo Ducato di Filippo V (1700 – 1707).
(Adnkronos/Travelnews24.it)
.jpg)
.jpg)
