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Sanzioni per almeno 1.200 medici e dentisti in 4 anni, alcuni radiati ma ancora attivi

15 settembre 2016 | 17.10
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 DOTTORI IN CAMICE IN CORSIA (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
DOTTORI IN CAMICE IN CORSIA (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Medici e dentisti radiati dall'Albo che, per un cavillo legale, continuano ad esercitare. Anche perché, a distanza di 5 anni dalla radiazione, "il medico può richiedere l'iscrizione, anche ad un Ordine diverso", come se nulla fosse accaduto. "I problemi sulle procedure disciplinari sono tanti, a partire dalla mancanza di un dato esatto e complessivo. Possiamo dire solo che, dal 2012 al 2016, fra medici e odontoiatri, sono stati 1.200 i procedimenti disciplinari esitati in sanzioni nel 60% dei 106 Ordini provinciali. Purtroppo infatti, pur avendo richiesto agli Ordini di fornire tutti questi dati più volte, non tutti hanno risposto". Parola del presidente della Commissione Albo odontoiatri della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici), Giuseppe Renzo, che tratteggia un quadro allarmante della situazione all'AdnKronos Salute.

Cosa accade, dunque, ai camici bianchi 'cattivi' dopo essere stati sanzionati? Sul loro destino ci sono molte ombre. "Abbiamo professionisti che, per aver commesso lo stesso illecito, vengono giudicati diversamente solo perché iscritti all'Ordine in province diverse - risponde Renzo - Ordini lasciati ignari di procedure giudiziarie nei confronti di un loro iscritto, e allertati spesso solo dalla stampa: la magistratura non ha obbligo di segnalare i procedimenti quando questi sono ancora in corso. E se l'Ordine interviene perché è venuto a conoscenza del caso dai media, ma a conclusione dell'indagine c'è una mancata sanzione, si può incappare in un ricorso e una richiesta di danni".

"Ma l'aspetto peggiore - evidenzia - è proprio il fatto che un collega espulso per fatti gravi, dopo solo 5 anni possa richiedere nuovamente l'iscrizione all'Ordine". Secondo Renzo "è ormai tempo di intervenire e modificare le regole, a partire dall'aspetto dell'incomunicabilità fra i vari livelli istituzionali".

Molte sono le questioni aperte sui procedimenti disciplinari, la funzione che permette all'Ordine di intervenire, a garanzia della salute pubblica, ogni qualvolta un iscritto ponga in essere comportamenti scorretti e potenzialmente lesivi. Proprio per fare il punto sulla situazione, la Commissione nazionale Albo odontoiatri organizza, il 23 e 24 settembre a Verona, presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio, il Seminario nazionale 'Facciamo giurisprudenza insieme', al quale interverranno giuristi, medici legali, rappresentanti del ministero della Salute e delle istituzioni.

Renzo ribadisce: "E' ormai tempo di modificare le regole, anche per quanto riguarda la composizione delle Commissioni di disciplina. Nel frattempo, infatti, i problemi si accumulano. Sappiamo che alcuni professionisti radiati, è il caso di un medico di Roma, continuano a esercitare senza che si possa intervenire", continua Renzo. Poi c'è il nodo della Commissione centrale esercenti le professioni sanitarie (Cceps), l'Organo di giurisdizione speciale competente per i riscorsi in secondo grado contro i provvedimenti disciplinari irrogati dagli Ordini.

"La Cceps di fatto è ferma da un anno e mezzo, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla sua corretta composizione. Proprio l'attesa della sentenza della Corte Costituzionale sta, nei fatti, tenendo in stand by l'attività della Cceps". Con effetti paradossali: "Il ricorso alla Cceps ha come effetto la sospensione dell'esecutività della sanzione - conclude Renzo - così molti medici e odontoiatri, pur radiati o sospesi dall'Albo, continuano regolarmente a esercitare".

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