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Sanità: Pharmasoft, sanzioni salate per aziende che violano regolamento privacy

23 maggio 2016 | 20.22
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Sanzioni salate per chi violerà le norme contenute nel nuovo regolamento europeo sul trattamento dei dati personali, entrato in vigore in questi giorni. "Le violazioni più blande prevedono un valore fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato mondiale. Per quelle più gravi, ad esempio per la violazione dei principi del trattamento dei dati, le sanzioni sono più cospicue e arrivano a 20 mln o al 4% fatturato. E se pensiamo a un'impresa che fattura 100 miliardi di dollari nel mondo, una sanzione in Italia potrebbe arrivare fino a 4 mld di dollari. Sono cifre da Finanziaria. Quindi il problema non è più se certificarsi, ma quando farlo". A ricordarlo è Riccardo Giannetti, presidente Pharmasoft Fea, organismo di certificazione privacy data protection indipendente accreditato da Accredia.

"In questi giorni - spiega Giannetti all'Adnkronos Salute - entra in vigore il nuovo regolamento europeo sul trattamento dei dati personali, che cambierà la vita di aziende pubbliche e private. Questa nuova norma è importante perché uniforma a livello europeo le regole comuni di gestione, e dà indicazioni importanti su come gestire il trattamento dei dati personali, aiutando le aziende a 'traghettarsi', appunto, verso una gestione comunitaria. Soprattutto le multinazionali. Da questo punto di vista ci saranno vantaggi, ma ci saranno anche oneri da non prendere a cuore leggero".

Come organismo di certificazione privacy, "sono 10 anni che ci occupiamo di data protection - evidenzia il presidente Pharmasoft - e siamo i primi in Europa ad aver ottenuto l'accreditamento presso uno degli organismi abilitati a farlo, Accredia. Già da oggi siamo in grado di certificare tutte le aziende, non solo farmaceutiche, che hanno intenzione di essere 'complianti' con il nuovo regolamento europeo".

Quanto al trattamento dei dati personali, "il settore farmaceutico - sottolinea Giannetti - ha delle criticità intrinseche. Pensiamo ad esempio alla sperimentazione dei farmaci, alla farmacovigilanza e agli archivi dei medici. Esiste però una serie di aziende che ha sempre volontariamente intrapreso il percorso della certificazione. E oggi, avendo due anni di tempo per mettersi in regola, queste aziende saranno quindi avvantaggiate, perché i nuovi meccanismi introdotti con il regolamento europeo richiederanno non solo di avere i processi e la gestione documentale in regola, ma soprattutto di avere tutta la gestione dei loro database conforme all'esattezza. E' un principio strategico e le sanzioni sono molto pesanti", ribadisce.

"Il regolamento - conclude - prevede il meccanismo della certificazione che, pur essendo volontario, dà una serie di attenuanti a tutti coloro che si sono, appunto, 'certificati': la sicurezza" di non incorrere in super-multe, dunque, "la ottengono solo attraverso la certificazione".

Inoltre, dal 30 giugno anche in Italia le aziende farmaceutiche renderanno pubblici tutti i pagamenti effettuati a favore dei medici. "Ma sarà essenziale che i loro database contengano dati corretti. O si potrebbe ottenere il risultato indesiderato di conseguenti richieste di risarcimento" spiega Giannetti.

"La trasparenza - ricorda Giannetti - è fondamentale, ma se vado a fare trasparenza su dati sbagliati, posso ottenere il risultato opposto. Creando le condizioni anche per richieste di risarcimento. Un esempio su tutti: se vado a pubblicare dei pagamenti per un'attività svolta per un'azienda farmaceutica da parte di un medico il cui nome risulta poi omonimo o non corretto, sto pubblicando su internet informazioni su un soggetto che quei soldi non li ha mai ricevuti. Come si vede, l'esattezza del dato diventa non solo fondamentale e strategica perché richiesto dalla legge, ma diventa anche un bene economico da tutelare".

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