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Sarà lo scrittore francese Mathias Enard il protagonista del festival Dedica 2022

10 dicembre 2021 | 10.12
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In programma a Pordenone dal 5 al 12 marzo

Sarà lo scrittore francese Mathias Enard il protagonista del festival Dedica 2022

È il francese Mathias Enard, uno dei più acclamati e innovativi scrittori contemporanei, premio Gouncort 2015 per "Bussola" (Edizioni e/o), romanzo definito dalla critica "capolavoro", il protagonista della 28esima edizione del festival Dedica, in programma a Pordenone dal 5 al 12 marzo 2022. Il festival, organizzato dall'associazione culturale Thesis, torna dunque nella sua tradizionale collocazione primaverile dopo l'edizione 2021 che, a seguito dell'emergenza per la pandemia da Covid, si è insolitamente tenuta nello scorso mese di ottobre.

Enard è autore di grande successo (che non ama però i salotti letterari e i palcoscenici televisivi) e che Dedica ha scelto anche per proseguire nel percorso fra gli scrittori che tessono il filo del dialogo fra culture, popoli, civiltà diverse. La sua opera, la sua poetica e il suo mondo per otto giorni saranno approfonditi e, "proprio grazie a questa cifra che ci contraddistingue e rimane unica in Italia - afferma Antonino Frusteri, presidente dell'associazione Thesis - il protagonista del festival riesce a stabilire una relazione stretta con il pubblico e con la città che lo ospita. Come ha dichiarato Paolo Rumiz, recente protagonista di Dedica, l’autore, oltre a sentire un’attenzione e un affetto palpabili, si congeda con la netta percezione di trovarsi di fronte a un lungo e meticoloso lavoro che ha formato una generazione di lettori, giovani compresi: un complimento che ci inorgoglisce e ripaga di tanto impegno".

Nato nel 1972, Enard ha una biografia ricca ed eclettica. Laureato in storia dell'arte, ha poi studiato l'arabo e il persiano, ha vissuto a lungo in Medio Oriente e da più di vent'anni risiede a Barcellona, dove affianca all'insegnamento della letteratura araba all'Università, l'attività di traduttore. Grande appassionato d'arte, è anche autore di graphic novel.

Dal 2009 a oggi ha pubblicato una dozzina di libri che raccontano storie avventurose, in scenari che vanno appunto dal Medio Oriente assolato ai paesaggi brumosi della zona di Niort (nella quale è nato), non lontano dal Golfo di Biscaglia. Romanzi che contengono una quantità sterminata di nozioni, personaggi e luoghi, opere che, partendo da un minuscolo dettaglio, possono collegare un paesino dimenticato alla Grande Storia.

"Quella di Enard - spiega Claudio Cattaruzza, curatore di Dedica, - è una scrittura complessa, ricca di citazioni, rimandi ad altri autori, opere e libri. Spesso costringe il lettore a documentarsi, ad approfondire, peculiarità che oltre a testimoniare uno straordinario spessore intellettuale e culturale, per certi versi direi che lo accosta all’Umberto Eco narratore. Il suo stile è particolare, molto spesso usa poco la punteggiatura e il risultato finale è quello di una narrazione che, come un fiume in piena, avvolge e travolge. Ciò che colpisce - prosegue Cattaruzza - è inoltre la sua formidabile capacità di immedesimazione, spesso e volentieri in situazioni che possono essere scomode. A questo proposito, un suo libro emblematico è La perfezione del tiro, che narra le vicende di un giovane cecchino durante una guerra civile (che la critica ha stabilito essere il Libano). Enard si focalizza profondamente su quest'uomo che mostra una totale anestesia dei sentimenti, assenza di morale e un'inaudita e cruda violenza, portando il lettore da un lato dentro la psicologia del personaggio, dall’altro mettendo a nudo i danni enormi che la guerra provoca sulle persone svilendone l'umanità. Altra sua caratteristica è il fatto che tutti i suoi romanzi sono ambientati in luoghi e situazioni diversi, dall’Italia in Zona, il suo libro più complesso e potente, al periplo dell’Oriente fra Europa e Siria, in Bussola, poi il salto in Russia e la lunga attraversata della Siberia partendo da Mosca in L’alcol e la nostalgia fino alla Costantinopoli di Parlami di battaglie, di re e di elefanti, nella quale Enard immagina un Michelangelo a corte non del Papa, ma del Sultano per tentare l'impresa che non è riuscita a Leonardo, ovvero costruire il ponte sul Bosforo".

L'ultimo suo romanzo, "Il banchetto annuale della confraternita dei becchini" (Edizioni e/o), è ambientato in un minuscolo paese, Saint-Christophe, nell’Ovest della Francia, non lontano da Poitiers, dove Carlo Martello si scontrò con gli arabi del Califfato della Spagna. "Sono tutte storie, le sue - conclude il curatore di Dedica - che mettono sempre in rilievo il confronto fra le diverse culture, creando elementi di dialogo e osmosi fra le stesse".

Bio-bibliografia - Nato a Niort, in Francia, l'11 gennaio del 1972, dopo essersi formato in Storia dell'arte all'École du Louvre, Enard ha studiato arabo e persiano. Dopo lunghi soggiorni in Medio Oriente, nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’Università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore.

Fra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo Breviario per aspiranti terroristi (Nutrimenti, 2009), Zona (Rizzoli, 2011), Via dei ladri (Rizzoli, 2014), Bussola (Edizioni e/o, 2016), L'alcol e la nostalgia (Edizioni e/o, 2017), La perfezione del tiro (Edizioni e/o, 2018), Ultimo discorso alla società proustiana di Barcellona (Edizioni e/o, 2020), Parlami di battaglie, di re e di elefanti (Edizioni e/o, 2021) e Il banchetto annuale della confraternita dei becchini (Edizioni e/o, 2021).

Per i suoi lavori Enard ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Premio Goncourt (2015), il Premio von Rezzori (2017), il Premio Konrad-Adenauer-Stiftung (2018). È stato finalista al Man Booker International Prize e al Premio Strega Europeo.

I 'DEDICATI' DELLE EDIZIONI PRECEDENTI

Giunta alla 28esima edizione, la manifestazione ha esordito con protagonisti del teatro di ricerca (nel 1995 il Laboratorio Teatro Settimo, nel 1996 Cesare Lievi, nel 1997 la Compagnia Teatrale I Magazzini) per poi passare nel 1998 a Moni Ovadia, nel 1999 a Claudio Magris, nel 2000 a Dacia Maraini, nel 2001 ad Antonio Tabucchi, nel 2002 ad Amin Maalouf, nel 2003 a Vassilis Vassilikos, nel 2004 ad Assia Djebar, nel 2005 a Paco Ignacio Taibo II, nel 2006 ad Anita Desai, nel 2007 ad Amos Oz, nel 2008 a Nadine Gordimer, nel 2009 a Paul Auster, nel 2010 a Hans Magnus Enzensberger, nel 2011 a Cees Nooteboom, nel 2102 a Wole Soyinka, nel 2013 a Javier Cercas, nel 2014 a Tahar Ben Jelloun, nel 2015 a Luis Sepúlveda, nel 2016 a Yasmina Khadra, nel 2017 a Björn Larsson, nel 2018 ad Atiq Rahimi, nel 2019 a Gioconda Belli, nel 2020 a Hisham Matar, nel 2021 a Paolo Rumiz.

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