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Sardegna, 3 arresti per omicidio studente di Orune e scomparsa 29enne

25 maggio 2016 | 08.43
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Sardegna, 3 arresti per omicidio studente di Orune e scomparsa 29enne

Svolta nelle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Nuoro per l’omicidio dello studente 19enne di Orune (Nu) Gianluca Monni, avvenuta l’8 maggio 2015, e per la scomparsa del 29enne di Nule (Nu) Stefano Masala, di cui si sono perse le tracce proprio dallo stesso giorno dell’omicidio di Monni. I militari nel corso della notte, con colleghi del Comando Provinciale di Sassari, del Ros, del Reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari e dello Squadrone Eliportato "Cacciatori di Sardegna" di Abbasanta (Or), hanno arrestato tre persone.

In manette con l’accusa di omicidio volontario, occultamento di cadavere in relazione alla sparizione del corpo di Masala sono finiti un ragazzo minorenne all'epoca dei fatti e un 21enne di Ozieri. Le poste di Badd’e carros si sono aperte anche per A.Z. di Ozieri, per detenzione di armi. 

I FATTI - Con gli arresti di P.E.P., 18enne di Nule, e del cugino A.C., 21enne di Ozieri (sospettati fin dalla prima ora), eseguiti nel corso della notte dai carabinieri di Nuoro, Sassari, dei Ros, Ris e Cacciatori di Sardegna, iniziano a delinearsi i contorni del giallo dell'omicidio di Gianluca Monni e di Stefano Masala, avvenuti un anno fa. Erano le 7,30 dell’8 maggio del 2015 e Gianluca Monni, 19enne studente di Orune stava attendendo il pullman seduto nei gradini di casa della nonna, in Corso Repubblica, insieme ad altri coetanei che ogni giorno andavano a scuola a Nuoro, quando improvvisamente da un’utilitaria scese il killer che lo freddò a colpi di fucile. L’auto poi fece perdere le sue tracce.

Quell’auto risultava scomparsa dal giorno prima a Nule, un paese a pochi chilometri da Orune, da dove era sparito anche il 27enne Stefano Masala, che usava l’auto di proprietà del padre. Malato e instabile, si era recato a un misterioso appuntamento alle 17 di quel pomeriggio, ma un’ora dopo il suo cellulare non squillava più. La sua Opel Corsa fu poi ritrovata bruciata nelle campagne di Pattada (Sassari) il 9 maggio, due giorni dopo la sua scomparsa.

I due fatti, apparentemente distinti, erano stati immediatamente collegati fra loro dai carabinieri della Compagnia di Bitti e del Comando provinciale di Nuoro. Sullo sfondo, una lite tra ragazzi di Orune e alcuni di Nule per una ragazza.

Tutto era iniziato il 13 dicembre del 2014 a Orune, nel corso della manifestazione ‘Cortes Apertas’ con un violento litigio tra giovani orunesi e nulesi in trasferta. In una sala da ballo alcuni giovani di Nule (ospiti di orunesi) avevano molestato alcune ragazze, tra le quali la fidanzata di Gianluca Monni che, con alcuni compaesani, aveva cacciato via i nulesi. Alcuni di loro si erano poi ripresentati poco dopo con una pistola in mano, puntandola alla tempia di Monni. Gli aggressori erano quindi stati disarmati e ricacciati via da Orune a suon di botte. Qualcuno però aveva giurato vendetta.

Per giorni e mesi i killer avrebbero pianificato l’omicidio, sapendo che Monni prendeva ogni mattina il pullman per andare all’Istituto "Volta" di Nuoro, dove frequentava la quinta classe. E la mattina dell’8 maggio, con una Opel Corsa grigia, hanno compiuto l’omicidio. Quella Opel Corsa era stata rubata la sera prima a Stefano Masala, ed è era stata probabilmente riconosciuta perché aveva degli addobbi matrimoniali che lo scomparso, un giovane tranquillo, socievole e affetto da una grave patologia, aveva messo sulla sua auto per il matrimonio di un amico, celebrato qualche giorno prima.

Masala sarebbe stato ucciso proprio per rubargli l’auto. Di lui nessuna traccia, neppure dopo le battute dei carabinieri con cani molecolari e l’ispezione dei fondali del lago di Monte Lerno, vicino al luogo di ritrovamento della sua auto. Svanito nel nulla.

Dalle prime indagini sono emersi forti rapporti tra giovani di Nule e coetanei di Orune. Qualcuno di Nule pare avesse reclamato la pistola ‘sequestrata’ ai nulesi quella sera del 13 dicembre, quando Monni era intervenuto a difendere la fidanzata. Quell’arma sarebbe stata oggetto di trattative tra adulti, ma mai rientrata in possesso di chi la tirò fuori dalla tasca per minacciare Monni. Che fine ha fatto quell’arma? Un aspetto importante per le indagini. Non c’è traccia nemmeno del fucile usato dai killer, che potrebbe essere stato distrutto immediatamente dopo il delitto. Ipotesi vagliate dai carabinieri, che non hanno trascurato alcuna pista.

Nel frattempo sono stati aperti dei fascicoli da tre distinte procure: quella di Nuoro per l’omicidio Monni, quella di Sassari per la scomparsa di Masala e quella dei minori (di Sassari) per i sospetti su un minorenne. I carabinieri hanno proseguito incessantemente le indagini confrontando tabulati telefonici e incrociando dati, sentendo testimoni e ricostruendo minuziosamente tutte le fasi del giallo.

A un anno da quell'omicidio, gli arresti. Di Masala comunque non vi è nessuna traccia. Neppure la madre, Carmela Dore, ha potuto sapere dell’arresto dei due, sospettati sin dall’inizio della vicenda: è morta ieri a 59 anni per il dolore della scomparsa del figlio Stefano.

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