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Sardegna, emergenza sangue, Oppi: "Subito una campagna per incentivare donazioni"

22 febbraio 2022 | 21.00
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Sardegna, emergenza sangue, Oppi:

La mancanza di sangue, l’annullamento improvviso delle trasfusioni programmate: sono questi i disagi che questa mattina in commissione Sanità i pazienti sardi riuniti nel Comitato Talassemici hanno rappresentato, chiedendo un intervento immediato. Per Giuseppe Maninchedda “si sta vanificando il risultato di decenni di scienza, degli sforzi del professor Cao del collega Galaniello. Grazie a loro oggi noi siamo adulti integrati e qualcuno di noi è già nonno. Grazie a loro i bambini talassemici che nascono oggi hanno una elevata qualità della vita e sono perfettamente integrati”. Ha proseguito un altro membro del Comitato, Ivano Argiolas: “Conosciamo benissimo il problema del calo delle donazioni, non sappiamo dove siano finite le 4 mila sacche che ci mandava ogni anno la Regione Piemonte. Ma riteniamo che ci sia dell’altro, che i problemi maggiori siano al centro trasfusionale di Cagliari dove dubitiamo si stiano seguendo i protocolli internazionali”.

L’on. Giorgio Oppi (Udc) ha ricordato “le grandi campagne per l’incentivazione delle donazioni che hanno portato grandi risultati” e si è chiesto “dove siano finite, perché la Regione non le promuova più. E’ importante anche capire cosa stia facendo Ats per i talassemici e lo chiariremo”. Per il centrosinistra Francesco Agus (Progressisti) ha sollecitato un sopralluogo al Microcitemico per approfondire i temi sentendo la dirigenza del Centro”. Invece l’on. Laura Caddeo ha suggerito “azioni per potenziare la raccolta nei Comuni che hanno una sede Avis”.

A seguire il Parlamentino ha audito i massimi esperti della psichiatria pubblica della Sardegna sul tema del Piano regionale dei servizi sanitari. Hanno preso la parola Graziella Boi (direttore zona Sud Sardegna), Vito La Spina (Direttore zona Nord Sardegna), Bernardo Carpiniello e Liliana Lorettu (Università di Cagliari e Sassari) oltre al consulente Augusto Congiu. Tutti hanno concordato sulla necessità di salvaguardare i risultati positivi raggiunti dalla psichiatria territoriale sarda a seguito della approvazione della legge Basaglia e della chiusura degli ospedali psichiatrici e hanno al tempo stesso denunciato che la psichiatria riceve appena il 2,4 per cento del bilancio della Sanità della Sardegna mentre in Germania e in Spagna arriva anche al 15 per cento. Boi ha aggiunto che “dal 30 fino al 60 per cento dei casi i disturbi psichiatrici sono associati all’uso di droga e dunque separare, come si prospetta, i Serd dal resto dei servizi psichiatrici sarebbe un grave errore. Allo stesso modo, per un fatto di continuità dell’assistenza è necessario che la psichiatria infantile rimanga strettamente connessa a quella adulta”.

Centrale, nelle considerazioni degli specialisti, un altro tema: “Lavorare in equipe con gli psicologi e altre figure”, hanno detto Boi e Lorettu, “ma scongiurare il rischio che gli psicologi possano fare diagnosi o somministrare cure psichiatriche, perché questo è espressamente vietato dalla legge. Non è dunque nemmeno pensabile che sia lo psicologo a decidere se un paziente debba o meno andare dallo psichiatra: questa valutazione deve essere lasciata a un medico”. Da parte dell’opposizione il capogruppo Pd, on. Gianfranco Ganau, ha sollecitato la Giunta perché revochi la delibera e la riporti in commissione Sanità.

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