Confagricoltura, Cia e Coldiretti della Sardegna oggi hanno lanciato l'appello agli allevatori dell'isola per sgombrare il campo dalle preoccupazioni nate a seguito dell'inchiesta romana sui vaccini provenienti dal Sudafrica
L'imperativo è ''vaccinare le pecore''. Lo dicono Confagricoltura, Cia e Coldiretti della Sardegna, che oggi hanno lanciato l'appello agli allevatori dell'isola per sgombrare il campo dalle preoccupazioni nate a seguito dell'inchiesta romana sui vaccini provenienti dal Sudafrica.
''La confusione nata in seguito alle notizie in arrivo da Roma - hanno detto Luca Sanna, Martino Scanu e Battista Cualbu, presidenti regionali di Confragricltura, Cia e Coldiretti Sardegna - rischiano di avere forti e ingiustificate ripercussioni sull'attuale campagna vaccinale. E' assolutamente necessario non confondere quello che è successo nei primi anni duemila, quando l'uso del vaccino vivo attenuato, non testato sulle pecore sarde, provocò l'insorgenza di effetti collaterali ingenti, con capi morti, aborti, cali della fertilità e delle produzioni malformazioni''.
L'attuale campagna vaccinale in cui viene somministrato un vaccino 'spent'o che, è scientificamente dimostrato, non comporta nessun effetto collaterale. Pertanto Colnfragricoltura, Cia e Coldiretti invitiamo tutti gli allevatori a vaccinare perché è l'unico modo per proteggere il patrimonio ovino sardo, anche se quest'anno la campagna vaccinale parte in ritardo ''quando ormai stanno ripartendo i focolai''.