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Scajola, carriera e guai: dal casinò di Sanremo all'appartamento al Colosseo

08 maggio 2014 | 14.33
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Scajola, carriera e guai: dal casinò di Sanremo all'appartamento al Colosseo

La carriera politica di Claudio Scajola è stata segnata da vari guai giudiziari: dalle presunte tangenti al casino' di Sanremo all'appartamento davanti al Colosseo, fino all'arresto di oggi da parte dei giudici Antimafia di Reggio Calabria per aver aiutato nella latitanza, secondo l'accusa, l'ex collega di partito, Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per associazione mafiosa. L'ultima grana processuale l'ex ministro l'ha avuta a Roma, nel 2010, con l'appartamento di via del Fagutale, pagato da ''ignoti'' ''a sua insaputa'', che lo porto' alle dimissioni dal dicastero dello Sviluppo economico per ''potersi difendere dalle accuse''. Assolto in primo grado per questa vicenda, piu' volte si e' parlato di un ritorno nell'agone politico dell'ex coordinatore azzurro ai tempi della 'traversata del deserto', con un ruolo di spicco nella rinata Forza Italia, ma cosi' non e' stato. Tant'e' che ha fatto scalpore la sua esclusione dalla liste per la sfida alle europee del 24 maggio.

Quella di Scajola e' stata una carriera iniziata nella Dc ligure e proseguita tra le file di Forza Italia come 'uomo macchina' del movimento azzurro, fino all'incarico di coordinatore nazionale (dal '96 al 2001), culminata con l'approdo al governo, dove e' stato 4 volte ministro: prima all'Interno con il Berlusconi bis poi all'Attuazione del programma e alle Attivita' produttive, infine, allo Sviluppo economico.

GLI ESORDI NELLA DC LIGURE. Sessantasette anni, imperiese doc, e' figlio di Ferdinando Scajola, fondatore proprio a Imperia della Democrazia cristiana, segretario provinciale dello stesso partito e sindaco della citta', legatissimo a De Gasperi. Cosi' legato che Maria Romana De Gasperi fece da madrina al battesimo di Claudio, mentre Paolo Emilio Taviani fu suo padrino di cresima. Sono cosi' profonde le radici nella Balena bianca di allora, che a soli 14 anni Claudio mette insieme un gruppo studentesco di ispirazione cattolica e a poco piu' di 20 entra nella direzione nazionale del partito.

A 27 anni Scajola diventa presidente dell'ospedale regionale Costarainera, nel biennio 1982-83, e tra il 1990 e il 1995, e' sindaco di Imperia, il piu' giovane in un capoluogo di provincia. E proprio durante l'esperienza di primo cittadino, il 12 dicembre 1983, viene arrestato per la prima volta per una storia di tangenti legata al Casino' di Sanremo (nel 1988 sara' prosciolto da ogni accusa con le scuse dell'allora pubblico ministero Pier Camillo Davigo).

AL FIANCO DEL CAV. Conclusa l'esperienza di sindaco, Scajola approda a Montecitorio nelle liste di Fi e il Cav gli affida la responsabilita' nazionale dell'organizzazione azzurra dal '96 al '98, per poi diventare coordinatore nazionale. Fu tra gli artefici dell'ingresso del partito azzurro al Ppe. Scajola e' per la prima volta ministro nel 2001 alla guida del Viminale. Sotto la sua gestione avvengono gli incidenti del G8 di Genova, dove l'Italia viene messa sotto accusa per le violenze delle forze dell'ordine, da Amnesty International e dal tribunale internazionale per i diritti dell'uomo.

IL CASO BIAGI. Nel 2002 viene assassinato il professore universitario Marco Biagi, consulente del lavoro per il governo, e Scajola finisce al centro di polemiche perche' viene tolta la scorta al giuslavorista. Il ministro e' poi costretto a lasciare il dicastero, il 4 luglio, per una frase infelice sull'esperto del lavoro ucciso dalle Brigate Rosse (gli diede del 'rompicoglioni'). Nel 2003 Scajola approda all'Attuazione del programma e nel 2005 subentra ad Antonio Marzano al dicastero delle Attivita' produttive.

Con l'arrivo di Prodi a palazzo Chigi, nel 2006, diventa presidente del Copaco, incarico che manterra' fino al 2008, quando con il Berlusconi quater torna a fare il ministro, questa volta per lo Sviluppo economico. Nel 2010 scoppia lo scandalo Anemone e la questione della casa al Colosseo, che lo costringe al passo indietro.

PORTO IMPERIA. Nel corso della sua vita politica Scajola viene toccato da altre inchieste giudiziarie. Come quella relativa al Porto di Imperia, partita nel settembre del 2010: l'ipotesi iniziale era di associazione per delinquere, poi le accuse sono state tutte archiviate.

VICENDA FINMECCANICA. In corso c'e' ancora l'inchiesta, coordinata da Henry John Woodcock, relativa al caso Finmeccanica. I pm ipotizzano nei confronti dell'ex ministro il reato di corruzione internazionale riguardo la vendita di fregate Frenn dall'azienda di Stato italiana al Brasile.

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