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Schiaffo a Gigi Hadid, la Cina dice no

21 novembre 2017 | 11.02
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Gigi Hadid due anni fa al debutto sulla passerella di Victoria's Secret (Afp) - AFP
Gigi Hadid due anni fa al debutto sulla passerella di Victoria's Secret (Afp) - AFP

La sfilata di Victoria's Secret è tra le più attese dell'anno. Sexy angeli che sfilano con indosso solo biancheria intima e ali sulle spalle. Uno show da record per l'etichetta statunitense, che ogni anno tiene incollati al piccolo schermo circa 800 milioni di spettatori in tutto il mondo e che ieri ha portato a Shanghai alcune delle donne più belle del pianeta. Tutte, tranne due. L'angelo biondo Gigi Hadid e la popstar californiana Katy Perry, che avrebbe dovuto esibirsi in pedana. Rimaste a casa, scrivevano ieri i media internazionali, perché prive di visto per sbarcare nell'ex Celeste Impero. Ma cos'è andato storto?

Gigi Hadid, tra le top più pagate al mondo e punta di diamante della scuderia di Victoria's Secret, era attesa sulla pedana di Shanghai, ma i fan si sono dovuti 'accontentare' di sua sorella Bella. Ad annunciare la propria assenza, la settimana scorsa, era stata la stessa Gigi su Twitter: "Sono molto triste per non poter andare in Cina quest'anno. Amo la mia famiglia VS e non vedo l'ora di tornare in passerella l'anno prossimo" aveva scritto, senza però spiegare le ragioni della sua assenza.

Ma mentre da Victoria's Secret le bocche restano cucite, molti ritengono che il mancato visto della modella sia legato a suo un video realizzato qualche mese fa, nel quale imitava gli occhi a mandorla degli asiatici, stringendo tra le dita un biscotto a forma di Buddha. Un oltraggio per il popolo cinese, scrive la 'Bbc', che aveva considerato il gesto come una forma di razzismo, tanto da scatenare polemiche feroci su Weibo, il Twitter cinese, con le conseguenti scuse della supertop: "Non intendevo offendere nessuno - aveva fatto sapere Gigi - mi dispiace per chi si è sentito ferito o insultato dalle mie azioni".

Ma a far storcere il naso a Pechino è stata anche Katy Perry, per la quale, secondo alcune fonti citate dal 'New York Post', il divieto di entrare in Cina sarebbe a tempo indeterminato. La 'colpa' della popstar sarebbe quella di aver indossato un abito ricamato con dei girasoli durante un concerto a Taiwan, due anni fa, isola da sempre considerata "una provincia ribelle" da parte di Pechino. Nel 2014 i girasoli divennero il simbolo del cosiddetto 'movimento dei girasoli', un gruppo studentesco che fece saltare il patto commerciale tra Taipei e Pechino. Come se non bastasse, poi, la cantante si annodò sulle spalle la bandiera taiwanese.

Certo, non è detto che alle due sia stato impedito l'ingresso a Shanghai per motivi politici, ma in ogni caso Hadid e Perry non sono le sole ad essere state 'bandite' dalla Cina. Due anni fa anche i Maroon 5 furono costretti a cancellare un concerto a Shanghai per ragioni mai chiarite. Pare che il chitarrista della band, Jesse Carmicheal avesse twittato al Dalai Lama nel giorno del suo compleanno. E nel luglio scorso, la Cina divenne off limits anche per Justin Bieber, messo al bando per via del suo "cattivo comportamento".

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