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Scissione 5stelle, Morra: "Era prevedibile, a diseredati resta sogno cambiare Paese"

22 giugno 2022 | 17.53
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(Nicola Morra - Immagine di repertorio Fotogramma)
(Nicola Morra - Immagine di repertorio Fotogramma)

La scissione nel M5s "era prevedibile e prevista da tanti. Chi è moderato e liberale ora conferma questa sua intima natura palesandosi come filo-Nato ed europeista convinto, ma io ricordo che la forza politica, grazie alla quale siamo stati eletti ambedue, era stata eletta esprimendo altre posizioni". E' quanto afferma all'Adnkronos il senatore Nicola Morra, ex M5s e presidente della Commissione parlamentare Antimafia, all'indomani dell'addio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Movimento pentastellato.

Cosa resta del Movimento5Stelle delle origini? "Rimane il desiderio di cambiare il Paese - osserva Morra, che fu espulso dal gruppo M5S per non aver votato la fiducia al governo Draghi - resta anche a chi è diseredato, ma desideroso di impegnarsi per garantire giustizia sociale innanzitutto, il sogno di provare a cambiare ancora. Che poi questo sogno si riveli un'illusione oppure un'utopia che si realizza saranno gli anni a venire a doverlo decidere".

"Vero è che in termini di percezioni e sensazioni tantissimi sono disillusi tanto che l'astensionismo è stato il protagonista delle ultime tornate elettorali perché quella forza politica da parecchio sta perdendo colpi" sottolinea Morra, sicuro che le vicende delle ultime ore avranno in questo senso un contraccolpo anche sui ballottaggi di domenica: "Certo che sì", sottolinea.

"Sono dell'avviso che si debba ricostituire un movimento, naturalmente evitando gli errori fatti a partire dal 2014-2015 quando il Movimento ha sempre più operato una svolta autocratica e autoreferenziale che ha permesso a leadership individualistiche di disperdere quel patrimonio collettivo di intelligenza comunitaria e di gruppo che il Movimento stava perseguendo", osserva. "Noi dovevamo operare una rivoluzione culturale, alla fine siamo andati alla ricerca di incarichi di governo e questo non è lo spirito di una rivoluzione culturale", conclude Morra.

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