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Scontro Renzi-Camusso, cronaca di un'escalation

29 ottobre 2014 | 16.34
LETTURA: 4 minuti

I botta e risposta tra il premier e la leader Cgil

Renzi al tavolo con le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi. Di spalle Camusso (Foto Flickr Palazzo Chigi - Creative Commons)
Renzi al tavolo con le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi. Di spalle Camusso (Foto Flickr Palazzo Chigi - Creative Commons)

La contestazione di una manovra tutta a favore delle imprese, da una parte, e il rifiuto del dialogo, dall'altra. Poi il confronto a distanza tra la manifestazione di piazza S.Giovanni e la Leopolda. Botta e risposta, tra uno slogan e l'altro, l'i-phone e il gettone del telefono contro i poteri forti, fino all'escalation di oggi. Quello tra il premier Matteo Renzi e il leader della Cgil Susanna Camusso è uno scambio dialettico che nasce teso e diventa scontro in campo aperto. Con l'epilogo che potrebbe essere uno sciopero generale, per rendere plateale l'opposizione del sindacato e 'contare' le forze anche all'interno del Pd.

"INNAMORATO DI CONFINDUSTRIA" - Camusso contesta la legge di stabilità, parla di un premier "innamorato di Confindustria" e afferma che Renzi "non ha idea di dove portare il Paese", criticando l'opinione per cui "l'unico lavoro è quello che fa l'imprenditore". Concetti che rilancia in piazza, di fronte a centinaia di migliaia di manifestanti: "Il rigore dell'Unione europea continuerà a mantenere il paese nella stagnazione e la legge di stabilità non cambia verso, non è sufficiente a cambiare strada".

"I-PHONE COL GETTONE" - Alla manifestazione del sabato risponde la Leopolda della domenica. "Il mondo è cambiato, il posto fisso non c'è più", scandisce Renzi. "Nel 2014 aggrapparsi a una norma del 1970 che la sinistra di allora non votò è come prendere un iPhone e dire dove metto il gettone del telefono? O una macchina digitale e metterci il rullino. E' finita l'Italia del rullino".

"CONFRONTO SURREALE" - Camusso definisce "surreale" l'incontro con i ministri Padoan e Poletti e il sottosegretario Delrio sulla legge di stabilità e spiega: "Non c'è stato un reale confronto. Avevamo avvisato che in assenza di riposte saremmo andati avanti con lo sciopero generale. Mi pare che siamo in assenza di risposte".

"LEGGI NON SI SCRIVONO COI SINDACATI" - Immediata la replica di Renzi. Il sindacato "non fa trattative con il governo, che non chiede permesso", perché "le leggi non si scrivono con i sindacati ma in Parlamento". Compito del governo è "parlare e ascoltare" ma "forse è arrivato in Italia il momento che ciascuno torni a fare il suo mestiere". E le leggi "si fanno in Parlamento, non nei tavoli per le trattative" che i sindacati devono fare con le imprese.

"VOLUTO DAI POTERI FORTI" - Fa rumore l'intervista a Repubblica della Camusso dal titolo: "Renzi è a Palazzo Chigi per volere dei poteri forti, lo ha ammesso Marchionne". Fa riferimento a una dichiarazione dell'Ad di Fca che "non è mai stata smentita" e affonda: "A me colpisce molto che un cittadino svizzero che ha spostato le sedi legale e fiscale della Fiat all'estero possa dire del nostro presidente del Consiglio 'l'abbiamo messo là' e che lo possa fare senza suscitare alcuna reazione".

"TESSERE FALSE E PULLMAN PAGATI" - L'attacco frontale arriva dalla parlamentare Pd Pina Picierno. "Sono rimasta molto turbata dalle parole di Susanna Camusso che dice oggi a qualche giornale che Matteo Renzi è al governo per i poteri forti. Potrei ricordare che la Camusso è eletta con tessere false o che la piazza è stata riempita con pullman pagati, ma non lo farò".

"PARLIAMO DELLE PRIMARIE IN CAMPANIA" - "Siamo indignati per le parole dell’eurodeputata del Pd, Pina Picierno. Potremmo dire che Picierno dice delle falsità e delle sciocchezze, forse figlie di una fase di nervosismo e di tensioni, essendo il tesseramento della Cgil certificato", replica la Cgil. "Potremmo dire che non ha argomenti di merito e poco rispetto per le centinaia di migliaia di persone che, con grande voglia di partecipazione, hanno dato vita alla straordinaria manifestazione di sabato scorso. Potremmo, ad esempio, parlare delle primarie in Campania. Potremmo dire tutto questo e altro ancora ma, come si usa adesso, non lo faremo", recita ironicamente la nota del sindacato di Corso d'Italia.

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