Oggi al Pirellone per la convention azzurra organizzata dalla Gelmini, il presidente dei senatori forzisti lancia un vero e proprio j'accuse contro la gestione del partito: "Siamo troppo divisi e litigiosi, così non va bene nulla".
Scintille a distanza tra Paolo Romani e Renato Brunetta. Oggetto del contendere la 'linea' di Forza Italia anche nei confronti del governo Renzi. Oggi a Milano per una convention azzurra, il presidente dei senatori forzisti, lancia un vero e proprio j'accuse: "Dentro Fi siamo divisi e litigiosi, siamo riconosciuti solo per i litigi, i peggiori di noi vanno in tv solo per dire stupidaggini: dalle intransigenze stile Brunetta alla melassa a cui appartengo...''.
Pronta la replica del capogruppo di Fi alla Camera, via twitter: "Grazie a Romani per avermi definito intransigente nei confronti del governo Renzi. Meglio intransigenti che inesistenti...". Lo sfogo di Romani non si ferma qui e avverte: ''Dobbiamo capire cosa vogliamo fare. Dobbiamo imparare ad attivare un criterio di selezione ragionevole e razionale della nostra classe dirigente. Non diciamo che tutto va bene: oggi non va bene nulla e da lì dobbiamo ripartire".
L'ex ministro dello Sviluppo riconosce che "alcuni grandi temi sono motivi di divisione: decidere se fare o meno le riforme, il problema della riorganizzazione del partito e che non parliamo più dei contenuti" politici. Romani poi si chiede se in Forza Italia si possa "essere 'federatori' come siamo sempre stati. Esiste ancora il centrodestra o quel sistema bipolare?" Ci va giù duro anche guardando ai possibili alleati: "Il Le Pen versione italiana, Salvini, dice cose terrificanti; Alfano è il servo sciocco di Renzi". Per questo ''per noi ci sono spazi straordinari. Siamo al 14%, ma se apriamo gli occhi ce la possiamo fare".
