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Scoperto a Vaiano capannone con serre per coltivazione 'industriale' di cannabis

27 febbraio 2014 | 18.00
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Scoperto a Vaiano capannone con serre per coltivazione 'industriale' di cannabis

E' stato scoperto un capannone con all'interno un sistema di serre per la coltivazione 'industriale' di cannabis. A conclusione di un'indagine iniziata nel mese di gennaio, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Prato, nel corso di un blitz effettuato la notte scorsa nella zona industriale del comune di Vaiano, hanno arrestato in flagranza 7 cittadini cinesi, fra i quali una donna, tutti originari del Fujian nonche' tutti immigrati irregolari tranne uno, per concorso in coltivazione di ingente quantita' di piante di cannabis.

I cinesi sono infatti stati sorpresi, alcuni ancora intenti a curare le piante, all'interno di un capannone industriale adibito alla coltivazione in larga scala di piante di cannabis. Il capannone, preso in affitto dalla fine dello scorso anno e destinato all'impianto di una coltivazione intensiva di cannabis al fine di ricavare marjiuana, era stato scelto dalla banda cinese in quanto particolarmente protetto da possibili occhi indiscreti. L'unico ingresso dello stabile, che e' peraltro nascosto alla vista dalla strada e da' sul fiume Bisenzio, e' accessibile solo dopo aver oltrepassato un cancello, sempre chiuso; inoltre tutte le vetrate, comunque dotate di inferriate, erano state doviziosamente coperte con teli e buste in plastica di colore nero al fine di garantire l'assoluta privacy delle operazioni che si compivano.

All'interno, oltre alla zona antistante l'ingresso che era stata adibita a soggiorno/cucina, ad un vano servizi ed a due fabbricati metallici, destinati ad uso ufficio ma di fatto adibiti a dormitorio stabile di almeno tre persone, il grosso dello spazio, circa mille metri quadri, era stato attrezzato ad arte per l'espletamento a ciclo continuo della coltivazione ed essiccazione della cannabis indica al fine di produrre ingenti quantita' di marjiuana.

Era stata infatti costruita una struttura in legno alta circa 3 metri concepita per ospitare vari, differenti ed ampi ambienti, separati ma comunicanti tra loro con porte di accesso e tramite un unico corridoio interno, destinati alle varie fasi della preparazione, crescita ed essiccazione delle piante di cannabis indica. Dei complessivi otto locali, tre erano ancora in fase di allestimento, mentre cinque, tutti dotati di un sistema di illuminazione artificiale costituito da quasi 200 lampade a vapori di sodio idonee a simulare la luce solare, nonché di apposito sistema di aereazione, umidificazione e ventilazione, erano in piena attivita'.

All'interno degli spazi, suddivise in base allo stato di avanzamento della crescita, dai piccoli germogli fino ai fusti in piena fioritura, sono state sequestrate circa 5.000 piante di cannabis indica, tutte singolarmente invasate. Nell'edificio era inoltre presente in grande quantita' tutto il necessario per la cura e gestione delle piante (utensili vari, terriccio, fertilizzanti, antiparassitari, nebulizzatori e vasi di differenti dimensioni), l'occorrente per l'ampliamento del sistema di illuminazione artificiale, di aereazione e ventilazione ai locali in allestimento, nonché il materiale predisposto per la pesatura ed il successivo confezionamento del 'prodotto finito'.

L'indagine, che ha preso spunto dal controllo a Prato di alcuni degli arrestati trovati in possesso di materiale per la coltivazione di cannabis e poi sviluppata anche con pedinamenti, ha permesso lo smantellamento della redditizia attivita' di produzione dello stupefacente per l'installazione della quale la banda cinese aveva investito una ingente somma di denaro. I 7 arrestati, al termine delle operazioni, sono stati associati ai carceri di Prato e Firenze Sollicciano, in attesa della successiva convalida.

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