Scoperto nella costellazione di Cassiopea un nuovo pianeta da un team internazionale che comprende anche molti ricercatori italiani dell’Inaf e dell’Università di Padova. Il nuovo mondo, chiamato HD 219134b, è stato scoperto grazie ad Harps-N, il 'cacciatore di pianeti', uno strumento spettroscopico montato sul Telescopio Nazionale Galileo (Tng), nell’isola di La Palma alle Canarie. Il pianeta è roccioso transitante ed eclissa a intervalli regolari il disco della propria stella madre. A 60 anni Paolo Nespoli tornerà nello spazio / Video.
Il suo anno, ovvero il periodo orbitale, dura appena tre giorni, il che, sottolinea l'Inaf, "rende la sua temperatura incandescente. Insomma non è proprio un pianeta 'gemello della Terra'". Il pianeta è comunque un oggetto raro e prezioso per gli astronomi, è ospitato da una stella brillante di quinta magnitudine e si trova a 'soli' 21 anni-luce da noi. Un'altra Terra è possibile, l'annuncio della Nasa.
"E' il pianeta roccioso confermato più vicino a noi, il che spalanca prospettive emozionanti per studiarne l’atmosfera in un prossimo futuro" spiega Giusi Micela, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo dell’Inaf e membro del team che ha portato a questo risultato, ora in via di pubblicazione della rivista Astronomy & Astrophysics a primo nome di Ati Motalebi, ricercatrice dell’Osservatorio di Ginevra, che ha coordinato per questa ricerca il consorzio internazionale.
Harps-N è stato infatti sviluppato e installato da una vasta collaborazione internazionale che include partner italiani assieme all’osservatorio di Ginevra, un consorzio di Università Inglesi e al Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (Usa).
"Il pianeta è stato scoperto con il nostro Telescopio Nazionale Galileo - sottolinea Emilio Molinari, direttore del Tng- nell’ambito di un programma di ricerca di pianeti rocciosi, simili alla Terra, condotto con il miglior cacciatore di pianeti attualmente disponibile a Terra, Harps-N, montato appunto sul nostro telescopio italiano".
Questo risultato, rimarca Molinari, "è di grande soddisfazione e per noi e per tutto l’Inaf, che ha scelto di investire risorse in uno strumento all’avanguardia nella ricerca di pianeti extrasolari".