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Scoppia caso Calenda su documento Ue

03 febbraio 2019 | 18.12
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(Fotogramma)
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La grana è scoppiata di prima mattina. Via social, ovviamente. Lo strumento più amato da Carlo Calenda. La notizia di un documento degli eurodeputati Pd per le europee ha fatto sfiorare lo strappo tra l'ex ministro allo Sviluppo e i vertici dem. Tensione con Nicola Zingaretti, in particolare. Calenda attacca su Twitter e punta il dito contro Zingaretti. "Oggi andrò alla convenzione Pd. Se il documento dei parlamentari europei Pd rimaneggiato nelle ultime ore da Goffredo Bettini (sostenitore di Zingaretti, ndr) si confermerà nei contenuti come un’operazione costruita contro #SiamoEuropei ne prenderò atto. Non possiamo combattere su 10 fronti. #chiarezza".

A calmare le acque, a quanto si apprende, sarebbe stata una telefonata tra i due. Gli effetti si sono visti dal palco. Zingaretti che definisce il Manifesto di Calenda uno "straordinario contributo alla sfida che abbiamo davanti", rispetto al quale il Pd deve fare "uno sforzo unitario e non chiuso e settario". E l'ex ministro che interviene alla Convenzione all'Ergife e non va all'attacco, anzi su Twitter dichiara 'pace fatta': "I tre candidati dopo una mattinata diciamo così 'burrascosa' hanno confermato l’appoggio unitario a #SiamoEuropei".

Pace fatta? Qualche sottolineatura polemica non è mancata negli interventi. Zingaretti nel riconoscere l'importanza dell'iniziativa dell'ex ministro, mette però in chiaro: "La missione non sarà semplice, caro Carlo, e te lo dico qui davanti a tutti. C'è uno slogan pacifista che dice: se vuoi la pace, prepara la pace. Se vogliamo l'unità, prepariamo l'unità". Insomma, meno polemiche.

Mentre Calenda dal canto suo rimarca come ci sia un sostegno timido al Manifesto: "Salvini ha fatto 150mila iscritti in tre ore al suo manifesto per 'Salvini presidente'. Noi per 'Siamo europei' ci abbiamo messo due settimane... Questo avviene perché passiamo la giornata a fare distinguo tra noi, a dire cose che non hanno possibilità di essere realizzate. Questa è una sfida per noi".

Tra i candidati è Maurizio Martina quello che si sta muovendo di più per sostenere il progetto dell'ex ministro. Ed è stato l'unico che ha condiviso la proposta di Calenda (rilanciata anche oggi all'Ergife) di portare il Manifesto ai gazebo del 3 marzo perché gli elettori possano sottoscriverlo. "Io sono d'accordo perché anche alle primarie si sostenga la raccolta firme per il Manifesto SiamoEuropei. Uniamo le forze, allarghiamo il campo e costruiamo l'alternativa", ha detto Martina.

Per Roberto Giachetti, il terzo candidato alle primarie di marzo, il manifesto di Calenda e quello degli eurodeputati non sono iniziative in contrasto: "Calenda, che mi ha sbeffeggiato dicendo che facevo lo sciopero della fame e non mi sono accorto del suo testo, dico che sull'Europa ci sono due testi che non stanno agli antipodi, se trovassimo 10 minuti per una proposta comune sarebbe utile. Questo dobbiamo fare. Io non mi presterò mai a scegliere uno o l'altro".

A chiarire lo spirito del documento dei parlamentari europei è la capodelegazione a Strasburgo, Patrizia Toia: "Capisco l'ego ma il nostro documento non è contro Calenda, non è contro nessuno. Anzi, diversi eurodeputati hanno pure sottoscritto il manifesto di Calenda... Il nostro documento lo abbiamo ideato due mesi fa, quando il Manifesto di Calenda ancora non esisteva. Non sono due documenti da mettere uno contro l'altro e spero che Calenda lo abbia compreso visto che io stessa dal palco, ma anche i candidati hanno tutti apprezzato la sua iniziativa".

Toia puntualizza pure che il documento non è ascrivibile a una delle mozioni congressuali sebbene proprio Calenda sui social lo abbia attribuito a Goffredo Bettini, sostenitore di Nicola Zingaretti. "Bettini? Il documento lo abbiamo studiato e limato tutti insieme. Tutti hanno dato un loro contributo, un loro spunto. Anzi, alla fine, in accordo con Goffredo abbiamo emendato anche alcuni passaggi che aveva suggerito...".

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