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Scuola, Lazzari (psicologi): "Divisione studenti vax e no vax? Rischio sindrome disadattamento"

08 gennaio 2022 | 13.41
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"Gli studenti non vaccinati pagheranno due volte incartamento Governo per dad e per il sentirsi diversi, in minoranza. Potremmo aiutare ma Governo ignora emergenza psicologica"

Scuola, Lazzari (psicologi):

"Sindrome da disadattamento, cioè malessere generale caratterizzato da sintomi ansiosi depressivi, umore negativo o a volte rabbia" è quanto potrebbe essere innescato dal nuovo protocollo per la gestione dei contagi negli istituti scolastici, che divide tra studenti vaccinati (83% circa) e non vaccinati con soglia a 12 anni (il 17% circa). A lanciare l'allarme consultato dall'Adnkronos il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, David Lazzari che commenta: "Questa è una misura presa per proteggere gli altri ma che alla fine punisce i ragazzi. Va bene che ci sia un criterio di priorità nelle misure sanitarie legate alla pandemia. Ma è anche evidente che se si tira la coperta da una parte, si scopre un'altra. Se nella scuola ci fosse a disposizione un ascolto psicologico, noi oggi potremmo pensare ad un aiuto da questo punto di vista".

Secondo Lazzari, "gli studenti non vaccinati senza dubbio pagheranno due volte l'evidente incartamento del Governo sui vaccini per la mancanza di criteri chiari e univoci. E' probabile che molti ragazzi non siano vaccinati per scelta delle famiglie. Con il nuovo protocollo sconteranno quindi la dad, che in linea generale crea disagio a tutti e il sentirsi diversi ed in minoranza".

Fatto gravissimo perché "nell'adolescenza - rimarca il presidente degli psicologi - il non sentirsi diversi è fondamentale, il paragone con gli altri e il sentirsi accettati dal gruppo è uno degli elementi che guidano il benessere e il malessere dei ragazzi".

"Se ci fossero psicologi nella scuola - conclude Lazzari - noi oggi potremmo pensare ad un aiuto da questo punto di vista. Ma il Governo continua ad ignorare l'emergenza psicologica, incartandosi nel tempo in criteri poco chiari e non univoci che innescano problemi come questo. Mentre dalle pandemie si evince una cosa: che più c'è chiarezza nelle decisioni e più funziona la risposta della collettività".

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