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Scuola, 'per dirigenti taglio stipendi fino a 1700 euro l'anno'

01 luglio 2020 | 18.31
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A denunciare la "questione irrisolta del FUN (Fondo unico nazionale) per la Dirigenza Scolastica" è la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi

(Afp)
(Afp)

Aumentano le responsabilità ma diminuiscono le retribuzioni. In alcuni casi fino a 1.700 euro l'anno. A denunciare la "questione irrisolta del FUN (Fondo unico nazionale) per la Dirigenza Scolastica" è la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che chiede un intervento del governo.

"Se è complicato spiegare come funziona il meccanismo del Fondo Unico Nazionale, che alimenta una quota della retribuzione dei dirigenti - spiega Gissi all'Adnkronos- è facilissimo descrivere le conseguenze che il mancato rifinanziamento del Fondo, come prevedevano gli impegni assunti dal Ministero e clamorosamente disattesi, avrà sugli stipendi di chi dirige una scuola: non gli basta avere il trattamento più basso di tutta la Pubblica Amministrazione, ora se lo vedrà ulteriormente ridotto. Difficile non viverla come un’autentica provocazione. Un taglio retributivo - denuncia - che incide in prospettiva anche sui trattamenti di pensione, e che oscilla in alcune regioni dai 1200 ai 1700 euro annui, a seconda dei casi".

"Soldi - evidenzia Gissi - che oltre tutto sono già stati corrisposti, e che andranno pertanto restituiti, visto che le risorse in base a cui sono stati firmati i contratti regionali si rivelano oggi inferiori a quanto era stato ipotizzato".

Nell’incontro del 30 giugno l’Amministrazione, ricorda il sindacato di categoria, ha comunicato che quanto sottoscritto dal Ministro Fioramonti, e poi fatto proprio dalla Ministra Azzolina a dicembre scorso, non avrà seguito. Non saranno infatti resi disponibili i dieci milioni di euro lordi promessi per il Fun 2018/2019 dei dirigenti scolastici. Un impegno sottoscritto in modo formale in sede di conciliazione, a fronte della proclamazione dello stato di agitazione che era avvenuta il 16 dicembre scorso. Il Fondo Unico Nazionale, dal quale deriva una quota consistente della retribuzione, subisce pesanti oscillazioni negli anni.

Se nell’a.s. 2015/16 erano disponibili complessivamente ca 163 milioni di euro annui per il totale dei dirigenti scolastici, questa cifra si è ridotta a ca 149 milioni di euro nel 2017/18. Le conseguenze sulla retribuzione dei dirigenti sono facilmente immaginabili, tanto che ad esempio i dirigenti calabresi hanno subito una riduzione che per il personale in terza fascia è di 1.733 euro lordi annui, mentre per i liguri in prima fascia, mancano all’appello 1.200 euro lordi annuali, somme che i dirigenti saranno chiamati a restituire. Infatti le retribuzioni sono quantificate sulla base dei contratti, che però vengono rinnovati con enorme ritardo; per questo, in caso di diminuzione delle risorse, si procede a recupero delle somme nel frattempo erogate.

Il ministero è ben consapevole di questi problemi e aveva posto rimedio temporaneo ad analoga situazione nell’a.s. 2016/17, incrementando i fondi con 7,53 milioni di euro, risorse tratte dalle economie del proprio bilancio. Ma per il 2017/18 il Mef si è opposto a questa soluzione, con motivazioni tutt’altro che convincenti, duramente contestate dalla Cisl Scuola che ha chiesto, insieme ad altre organizzazioni sindacali, un urgente incontro alla Ministra, non escludendo ulteriori forme di mobilitazione.

"Tutto ciò - sottolinea Gissi - avviene proprio nel momento in cui alle tante responsabilità che gravano sui dirigenti scolastici, spesso impropriamente attribuite come nel caso della sicurezza degli edifici, si aggiungono quelle che di fatto sono state scaricate su di loro per la gestione di un ritorno sicuro alle attività in presenza. Che il carico abbia raggiunto livelli difficilmente sostenibili lo dimostra il numero elevatissimo di neo dirigenti che stanno decidendo di rinunciare al ruolo appena acquisito e di tornare all’insegnamento". E i casi sono molti di più di quanti se ne siano mai registrati in passato, dunque "un segnale inequivocabile che dovrebbe far riflettere tutti".

Secondo la leader della Cisl Scuola "Non è pensabile che il Ministero dell’Istruzione, dopo aver più volte dichiarato di convenire sulle rivendicazioni dei sindacati e dopo gli impegni formalmente assunti in sede di conciliazione, alzi bandiera bianca di fronte agli ostacoli posti dal Ministero dell’Economia con argomentazioni a dir poco discutibili. Perciò la questione non può considerarsi chiusa con la semplice comunicazione di una Direzione Generale: il problema - evidenzia Gissi - è politico, e come tale va assunto in prima persona dalla Ministra e portato, se necessario, alla diretta valutazione del Governo, di cui a questo punto è messa complessivamente in discussione la credibilità".

"Un Governo - stigmatizza - che non può continuare a mostrarsi prodigo di belle parole nei confronti della scuola e dei suoi dirigenti, senza alcun concreto riscontro nei fatti, anzi tollerando il trascinarsi di situazioni mortificanti per una professionalità che andrebbe ben diversamente valorizzata. Non pensi, il Governo - conclude Gissi - di poter abusare del senso di responsabilità di cui i dirigenti scolastici hanno sempre dato prova: la loro pazienza sta raggiungendo il limite, in un momento delicato come quello che la scuola sta attraversando meriterebbero rispetto, considerazione e sostegno, non di vedere alimentata irresponsabilmente la loro esasperazione". (di Stefania Quaglio)

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