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Scuola, Richeldi: "Temperatura va misurata a casa"

26 agosto 2020 | 12.03
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"Come Cts abbiamo considerato l'opzione più razionale e meno rischiosa"

(Afp)
(Afp)

"Lavori scientifici da tutto il mondo lo dimostrano: la mascherina 'reciproca' (ovvero indossata da tutti i soggetti) abbatte la trasmissione del coronavirus. Nei casi in cui non è possibile mantenere distanziamento, la mascherina è indispensabile". Così Luca Richeldi, primario di Pneumologia della Fondazione policlinico Gemelli Irccs di Roma e componente del Comitato tecnico-scientifico sul coronavirus ospite questa mattina a 'Omnibus' su La7. "Per quanto riguarda le classi scolastiche, i banchi singoli e distanziati dovrebbe ridurre il contagio. Queste misure dovranno essere messe in atto per la stagione autunnale, per affrontare il momento critico".

"In questo momento la misurazione a casa della temperatura da parte dei genitori per i bambini è la misura più razionale: consente un arrivo in classe più semplice e ordinato, senza assembramenti, e dà ai genitori una responsabilità relativamente semplice", dichiara Richeldi.

"Il bambino con la febbre, a prescindere dal Covid, non dovrebbe andare in classe; è comunque una responsabilità dei genitori quella di tenerlo a casa per non esporre lui o i compagni a contagi". Per quanto riguarda le critiche relative alla diversità dei termometri delle famiglie italiane, Richeldi risponde: "Anche le scuole hanno una situazione eterogenea, non è assicurato che ci siano gli stessi termometri in tutte le strutture: come Cts abbiamo considerato l'opzione più razionale e meno rischiosa. Dobbiamo ripartire con migliori condizioni, è quello della misurazione a casa è un compromesso tra fattibilità e sicurezza".

"Le strutture sanitarie sono state rafforzate: il policlinico Gemelli ha ora un Covid hospital attivo che non aveva in un primo momento" rasicura il professor Richeldi "sono aumentati posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva su tutto il territorio nazionale e soprattutto sappiamo meglio cosa abbiamo davanti. Tuttavia l'autunno e l'inverno sono sempre momenti di pressione sulle strutture sanitarie, in primis a causa del virus influenzale". "É stato abbassato il limite d'età per vaccino influenzale gratuito da 65 a 60 anni ed è stato raccomandato dal ministero della Salute anche per i bambini: l'attività di sensibilizzazione è partita in anticipo, già da giugno", dichiara Richeldi. "Vaccinarsi significa non solo proteggersi da influenza ma contribuire a mantenere poco sotto pressione le strutture sanitarie", conclude.

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