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Scuola, Valditara: "Basta aggressioni a insegnanti, Stato si costituirà parte civile"

25 marzo 2023 | 13.41
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Il ministro: "Lo sappia chi utilizzerà violenza verso un insegnante, un preside o chi lavora nella scuola"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

“Ieri sono rimasto molto addolorato nel leggere che in due diverse scuole di Italia una professoressa e un preside sono stati aggrediti”. Così, intervenendo alla scuola politica della Lega, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, annunciando di aver “per la prima volta a disposizione l’avvocatura dello Stato per l’insegnante presa a pallini” nella scuola di Rovigo. “Se uno si alza in piedi e mi prende a pugni un insegnante, io proporrò che il ministero si costituisca parte civile nel processo penale. E chi prende a pugni un insegnante avrà di fronte anche lo Stato che gli chiederà un danno di immagine. Lo sappia chi utilizzerà violenza verso un insegnante, un preside o chi lavora nella scuola. E ora di dare basta alle aggressioni. Voglio che tornino la serenità e la sicurezza nelle classi”, ha concluso Valditara.

“Dobbiamo fare un grande sforzo tutti insieme. Basta polemiche sciocche, basta insulti, basta strumentalizzazioni”, ha detto quindi Valditara aggiungendo: “Cerchiamo - ha esortato - di lavorare seriamente: se si ha buona fede, visione e intelligenza politica, io credo che le soluzioni si possano anche trovare congiuntamente”. “Se non si fa il ragionamento ‘tanto peggio, tanto meglio’ io credo che si possa fare il bene del Paese insieme, perché la scuola è di tutti e per tutti, perché l’Italia è di tutti”, ha affermato.

Valditara ha inoltre sottolineato che serve una riforma della “scuola del merito”, per “reagire a una società e una scuola che oggi sono ancora classiste”. Riportando “i dati di Unioncamere e Bankitalia, che ci testimoniano che l’ascensore sociale si è fermato a metà degli anni 70. Questo vuol dire che la scuola e la società italiane non sono più in grado di far sì che un ragazzo che nasce in una famiglia povera possa avere successo nella vita e ascendere socialmente. Chi nasce povero ha grandi probabilità di continuare a essere povero. Chi nasce ricco ha grandi probabilità di rimanerlo. Allora qualcosa non funziona e la vera sfida non è nella scuola piramidale, dove al vertice c’è il liceo classico, poi il liceo scientifico e al fondo l’istituto professionale".

Serve un "tutor che dev’essere particolarmente formato, che sia pagato di più e che deve potenziare l’insegnamento per quei ragazzi che rimangono indietro e far sì che possano accelerare", perché "non possiamo più tollerare che soltanto i figli dei ricchi possano mandare i loro figli a ripetizione per recuperare i gap e invece gli altri poverini non possono fare nulla". Tra le soluzioni di cui ha parlato il ministro, anche "la scuola di pomeriggio, per potenziare dove ci siano lacune". Ma siccome "ci è estranea l’idea dell’invidia sociale, se c’è un ragazzo che a scuola si annoia perché è molto bravo e quindi i programmi per lui ormai sono un vincolo e impediscono di espandere le sue potenzialità, allora - ha detto Valditara - si consenta anche a lui di accelerare. Questa è la scuola del merito, dei talenti, che mette al centro la persona".

“Serve rispetto anche per i beni pubblici: pensate che nel 2021 nella scuole occupate a Roma ci sono stati 500.000 euro di danni, tra pc rubati e laboratori distrutti”, ha riferito ancora il ministro dell’Istruzione. “Durante le occupazioni entra chiunque, anche qua bisognerà trovare una soluzione, perché qualcuno possa risponderne, altrimenti paghiamo tutti, non solo i vandali che non hanno rispetto per i beni pubblici”, ha aggiunto.

“La sinistra che è ideologica e astratta, vorrebbe che si studiasse tutti materie culturali, poi lasciando a chissà quando la formazione professionalizzante, così avremo tanti altri disoccupati in aggiunta a quelli che già ci sono”, ha poi affermato Valditara, parlando alla scuola politica della Lega dell’alternanza scuola lavoro, “un tema che ci differenzia dalla sinistra”. Per il ministro “l’alternanza scuola lavoro in totale sicurezza è fondamentale, tanto è vero che nei paesi come Germania e Svizzera gioca un ruolo decisivo”. E su questo si gioca “un’altra grande sfida”.

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