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"Se ti muovi ti rompo una gamba", orrore nella casa di riposo

16 aprile 2020 | 08.31
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I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla procura della Repubblica del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo, con la quale è stata disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, ritenute responsabili del reato di maltrattamento di anziani ospiti di una casa di riposo di Palermo.

Dalle indagini sono emersi "metodi di vessazione fisica e psicologica inflitti agli anziani, costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura, ingenerando uno stato di totale esasperazione fino al compimento di atti di autolesionismo". "In poco più di due mesi", sottolineano i finanzieri "sono state, infatti, registrate decine e decine" di condotte di maltrattamento a danno di persone fragili e indifese. Emerso inoltre "un vero e proprio regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie e minacce", come ad esempio: "se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta"; "devi morire, devi buttare il veleno là”, “per quanto mi riguarda può crepare” e violenze fisiche con spintoni, calci e schiaffi, colpi di scopa; in alcuni casi, i degenti sono stati legati alla sedia per inibire loro ogni movimento.

L'ORDINANZA - Bastava che un'anziana con demenza senile bagnasse il letto per la seconda volta e giù schiaffi e insulti. "E' bagnato, troia", poi lo strattone e la spinta. E' solo una delle violenze registrate dalle telecamere della casa di riposo 'Bell'Aurora' di Palermo dove all'alba di oggi sono state arrestate sei donne, tra cui l'amministratrice di fatto per maltrattamenti, alcuni di loro devono rispondere anche di bancarotta. Registrazioni terribili da cui emerge uno spaccato drammatico, come sottolinea anche nella ordinanza di custodia cautelare il gip Fabio Pilato. "E' bagnato, è ba-gna-to, e può stare con le pedate, ti sembra che l'altra volta sei volte?, alzati mongoloida… con le pedate può stare, noi non lo facciamo più, ma vi pare ca siemu i vostri schiavi, ma iti a fari 'n culu, guai se ti alzi", grida all'anziana una delle inservienti, Antonina Di Liberto.

Successivamente, la stessa inserviente "si lancia verso" la degente "sferrandole un calcio alla coscia sinistra", scrive il gip: "arri.. e ora ti rugnu ca cosi tu te lo ricordi, ora te lo ricordi"; poi la strattona e la spinge fino alla sedia dicendole: "ca, più ti alzi e più ti spingo, sempre così rimane, ora appena arriva Cristina gli dico, se lo prende lo straccio? e se vuo..(inc.) tutte queste pedate, ci dico, si prenda lo straccio e se lo pulisca, e glielo dica a quella zoccola di S., così appena passi ti becco in testa…".

Poi la schiaffeggia "spingendola fino all'angolo coperto dal tramezzo e dalla pianta, dove continua a gridare e gesticolare all'indirizzo di quest'ultima: “tutta a nuotti tutti rui, mi state sulla minchia … tutta la notte, tutta la notte strattona e sferra un calcio nei confronti della degente di nome stella”. Un'altra inserviente, Anna Monti "inveisce nei confronti della stessa degente": "ti ammazzo, ti ammazzo viero...alzati, alzati. Come cazzo hai fatto a fare questa merda? Come cazzo fai? Che schifoooo...vattene in bagno, subito". Mentre Maria Cristina Catalano "manifesta la sua gioia nell’aver appreso che la degente R. sia caduta dalla sedia: "ho piacere, ho piacere, ho piacere, come come ha fatto, si doveva alzare con gli occhiali, ho piacere, ma per me si può essere rotta tutta, ho piacere, io ho piacere, se lei, ho piacere, né mi sto interessando di quello che si è fatta perché non me ne frega niente”.

"Pochi minuti dopo le telecamere celate nella sala mensa riprendono Catalano e Monti - scrive il gip - mentre sono intente a legare, con un cinturino, l'anziana in una delle sedie". Poi Catalano "scalcia con violenza la degente di nome S." ed ancora "si assiste ad uno schiaffo". E poi "ingiurie, minacce, privazioni ed umiliazioni".

"Poco dopo rincara la dose riferendo all'anziana, con fare soddisfatto, che quella sera dovrà andare a coricarsi da sola - scrive ancora il gip Fabio Pilato - "sta sira si curcata... si sula a duormiri!!!; ta canciari stanza; sta sira ta canciari stanza suscitando forte agitazione nell’anziana. Poco dopo, la signora anziana avverte l'operatrice: "ajiu a viscica china china!!" (ho la vescica piena ndr), ricevendo la seguente risposta: "e ora ti scoppia accussi muori e ti levi davanzi" (ora ti scoppia, così muori e ti togli di torno ndr)". "Nella circostanza, sempre Anna Monti - dice il gip - non limitandosi ad infliggere umiliazioni gratuite e ad assumere, nei confronti della degente, un atteggiamento di deliberata indifferenza verso i più elementari bisogni di assistenza, rincara la dose tenendo, altresì, nei confronti della signora anziana, S., una condotta inutilmente severa e mortificante, volta a far suscitare agitazione alla degente. Difatti, dopo averle augurato il decesso, ritiene opportuno marcare alla sua interlocutrice che dormirà da sola: "u capisti sta sira si sula, 'n cuminciari a picculiari (ndr lamentarti, piangere)".

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