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Sea Watch chiede aiuto a Strasburgo

24 giugno 2019 | 11.38
LETTURA: 5 minuti

Da 12 giorni in mare in attesa dello sbarco, i profughi a bordo hanno inviato una richiesta di "misure provvisorie" alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. L'Italia dovrà chiarire entro il pomeriggio. Salvini: "Ue li mandi in Olanda o Germania". Intanto, la Diocesi di Torino offre accoglienza: "Se il governo e il ministro sono d'accordo li andiamo a prendere"

La rotta di Sea Watch negli ultimi 12 giorni (Twitter /Sea Watch Italia)
La rotta di Sea Watch negli ultimi 12 giorni (Twitter /Sea Watch Italia)

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha ricevuto venerdì sera una richiesta di "misure provvisorie" da parte dei naufraghi della nave Sea Watch 3, con "36 migranti" a bordo, affinché sia consentito lo sbarco dei passeggeri, che da una dozzina di giorni sono in mare, al largo delle coste dell'isola di Lampedusa. Lo comunica un portavoce della Corte di Strasburgo. La Corte ha posto delle domande alle parti, cioè al governo italiano e alla Sea Watch, che dovrebbero rispondere entro il pomeriggio di oggi.

"Rispetto alla notizia del ricorso urgente alla Corte dei diritti umani che non è stata diffusa da Sea Watch, commentiamo dicendo che effettivamente è stato fatto un ricorso non dall'organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla corte europea", afferma in un video Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch.

"In particolare, il ricorso è stato fatto in riferimento all'art.3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante e si chiede quindi alla Corte di indicare all'Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette in questo momento nell'interesse della tutela della loro dignità", conclude Linardi.

SALVINI BACCHETTA L'UE - "L’Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, Ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto", il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

UE: "PRONTI AD AIUTARE" - "Salutiamo con favore il fatto che l'Italia abbia proceduto a sbarcare un certo numero di persone dalla Sea Watch 3 per ragioni di salute. Serve una soluzione per le persone ancora a bordo". Lo dice la portavoce della Commissione Europea Natasha Bertaud, commentando la vicenda della nave al largo di Lampedusa, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. La Commissione "continuerà a fare del suo meglio, quando le verrà richiesto, e ancora non ci sono arrivate richieste, per contribuire e sostenere qualsiasi sforzo di solidarietà, nell'ambito delle sue competenze".

"Continuiamo a seguire attentamente la situazione - prosegue la portavoce - per la Commissione questo dimostra che c'è bisogno urgente di soluzioni prevedibili e sostenibili nel Mediterraneo. La Commissione ha esortato gli Stati membri a concordare accordi temporanei sugli sbarchi, per assicurare una maggiore prevedibilità per tutti coloro coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso". "Ancora una volta, rinnoviamo il nostro appello a tutti gli Stati membri a facilitare e velocizzare questo lavoro cruciale. Nel frattempo, e finché questi accordi non saranno in vigore, esortiamo gli Stati membri a tenere a mente gli imperativi umanitari e a contribuire a una rapida soluzione della situazione a bordo della Sea Watch 3", conclude.

DIOCESI TORINO OFFRE ACCOGLIENZA - "La diocesi di Torino è disponibile ad accogliere le 43 persone che sono a bordo della Sea Watch al largo di Lampedusa, senza oneri per lo Stato, perché al più presto si possa risolvere una situazione grave e ingiusta". Così l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, al termine della messa per San Giovanni, patrono di Torino. "Come vescovo e come cristiano sento tanta sofferenza", ha aggiunto invocando l’aiuto di San Giovanni "che ha sempre difeso i poveri".

"Noi ci siamo. Torino ha un numero abbastanza elevato di famiglie disposte ad accoglierli, è una particolarità specifica della nostra città, non ci sono solo realtà istituzionali o del terzo settore ma anche famiglie che hanno dato la loro disponibilità", ha aggiunto l'arcivescovo. "Siamo pronti. Se il governo e il ministro sono d’accordo li andiamo a prendere e li portiamo su, ma credo sia una disponibilità che potrebbe essere accolta per trovare uno sbocco a questa situazione", ha concluso Nosiglia esprimendo solidarietà a quanti da questa notte anche a Torino hanno iniziato a dormire davanti alla chiesa di San Dalmazzo per richiamare l’attenzione sulla vicenda.

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