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Gaza, Israele ha accettato l'estensione della tregua

06 agosto 2014 | 08.39
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Lo riferisce la televisione egiziana. Al Cairo si tratta per una pace duratura. Kerry: "Risolvere la questione dei due Stati". Yamin Abu Jabir, il piccolo di 4 anni simbolo della tregua. Dall'8 luglio scorso sono morti 1.875 palestinesi, secondo l'Onu, il 68% sono civili. Da Dacia Maraini ai fratelli Taviani appello a Renzi 'mai piu' bombe su Gaza'

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)

Israele ha accettato di estendere il cessate il fuoco in corso nella Striscia di Gaza. Lo riferisce la televisione egiziana. Da martedì mattina alle 8 (ora locale) è entrata in vigore una tregua umanitaria di 72 ore.

Al Cairo si tengono colloqui indiretti tra le delegazioni israeliana e palestinese per fermare in modo duraturo i combattimenti. Nella capitale dell'Egitto, grazie alla cui mediazione si è giunti alla tregua, sono presenti le delegazioni di Israele, Hamas, Jihad islamica e al Fatah.

L'Egitto ha proposto di estendere la tregua umanitaria per Gaza da 72 a 120 ore per consentire i colloqui indiretti tra israeliani e palestinesi che, secondo fonti di Hamas, non prevedono il disarmo della Striscia. Lo riferiscono fonti palestinesi impegnate al Cairo a mediare un cessate il fuoco duraturo. ''Sono negoziati difficili. Il regime sionista vuole rivendicare conquiste e non ammette la sua sconfitta'', ha detto l'esponente del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina Maher al-Taher definendo ''un sogno'' la richiesta israeliana di disarmare Gaza.

La delegazione palestinese resta quindi ferma sulle proprie posizioni per un cessate il fuoco duraturo, spiega al-Rashq, ovvero la fine dell'assedio sulla Striscia di Gaza, il rilascio dei prigionieri, la costruzione di un porto marittimo e di un aeroporto, oltre alla garanzia di un passaggio sicuro tra Gaza e la Cisgiordania.

Sull'opzione di estendere la tregua a 120 ore, al-Rashq ha detto che ''sono le fazioni (palestinesi, ndr) che lo devono decidere e dipende da come vanno i negoziati''. Per l'esponente di Hamas ''Israele vuole raggiungere un accordo soprattutto dopo la sua sconfitta e la vittoria del nostro popolo''.

L'Egitto, da parte sua, ha promesso l'apertura del valico di Rafah con la Striscia di Gaza dopo la firma di una tregua duratura L'Egitto avrebbe anche detto che a tregua raggiunta sarà l'Autorità nazionale palestinese (Anp) ad avere la responsabilità di regolare il valico.

Secondo il segretario di Stato americano John Kerry questo è il momento giusto per concentrarsi sulla soluzione dei due Stati. "Credo che, adesso che la situazione si è evoluta, bisognerebbe concentrarsi sulla necessità di tornare ai negoziati e di cercare di risolvere la questione dei due Stati", ha detto Kerry in un'intervista alla Bbc. Il capo della diplomazia americana ha quindi ribadito il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele a difendersi contro gli attacchi dei militanti di Hamas: "Nessun Paese può vivere in quella condizione". Il movimento di resistenza islamico palestinese "si è comportato in un modo incredibilmente sconvolgente e, di conseguenza, ci sono stati terribili danni collaterali". Infine, sulla questione della richiesta palestinese della fine dell'assedio a Gaza, Kerry ha detto: "Quello che vogliamo fare è sostenere i palestinesi nel loro desiderio di migliorare le loro vite, di far arrivare il cibo, di aprire i varchi e di avere maggiore libertà".

L'invito del Papa - "Preghiamo tanto per la pace in Medio Oriente!". Papa Francesco invoca la forza della preghiera, nel corso dell'udienza generale nell'Aula Paolo VI in Vaticano, rivolgendo un saluto particolare ai pellegrini di lingua araba e "in particolare per coloro che provengono dal Medio Oriente".

Il conflitto, iniziato l'8 luglio scorso nella Striscia di Gaza è costato la vita, secondo il ministero della Sanità palestinese, a 1.875 persone, tra cui 430 bambini e 243 donne. Secondo l'Onu, il 68% delle vittime palestinesi è composto da civili. Da parte israeliana, invece, sul campo sono morti 64 soldati, oltre a tre civili uccisi.

Il bimbo di 4 anni simbolo della tregua raggiunta - Si chiama Yamin Abu Jabir e ha solo quattro anni il bambino simbolo della tregua raggiunta a Gaza e che porta con sé la speranza della rinascita. Dato per morto, come il resto della sua famiglia, il piccolo è stato infatti ritrovato in un ospedale dai parenti che dopo cinque giorni di ricerche avevano ormai perso le speranze di trovarlo in vita. La sua famiglia, infatti, era stata interamente uccisa da un raid dell'aviazione israeliana nel campo profughi di Bureij nella Striscia di Gaza, come riporta l'agenzia di stampa Ma'an.

Come 22 membri della sua famiglia, anche Yamin si credeva morto tra le macerie, spiega Muhammad Jabir Abu, cugino del padre del piccolo. Ma il suo corpo non era stato trovato e così, di ospedale in ospedale, è iniziata la ricerca, terminata nell'unità di terapia intensiva del nosocomio di Shifa a Gaza City. Il volto avvolto da un panno bianco e un braccio ingessato, il piccolo è stato riconosciuto.

Prima di giungere qui, Yamin era stato ricoverato nell'ospedale dei Martiri di al-Aqsa, da dove poi è risultato necessario evacuare in seguito ai raid israeliani. ''Quando l'ospedale dei Martiri di al-Aqsa è stato bombardato e il caos ha preso il sopravvento sul personale medico, ho preso il bambino con me e l'ho portato all'ospedale di Shifa'', ha raccontato un giovane volontario, Muhammad Abu Zeid, che è rimasto vicino al piccolo con la speranza che qualche parente potesse riconoscerlo.

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