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Mo: Acs, cristiani in Terra Santa sono ormai solo il 2%

29 ottobre 2015 | 15.10
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(Infophoto)
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Il conflitto israelo-palestinese è tra le cause che rendono sempre più difficile la vita dei cristiani in Terra Santa. A seguito dei continui scontri i pellegrini non visitano più quei luoghi, il turismo si riduce con ripercussioni economiche negative sui residenti. A lanciare l'allarme è Acs, Aiuto alla Chiesa che Soffre.

"I cristiani sono stanchi di pagare il prezzo di questo conflitto. La situazione di incertezza per i cristiani si traduce in difficoltà legate oltre che alla sicurezza anche alla difficoltà economica", spiega all'Adnkronos Marta Petrosillo, portavoce di Acs-Italia che ha 21 sedi in tutto il mondo sostenendo progetti per rifugiati, per la pastorale in lingua araba in sostegno ai sacerdoti e suore che operano in quell'area.

"Ogni volta che si registrano scontri tra le due fazioni", l'attività economica si ferma "per lungo tempo e sono costretto a contrarre debiti per dare di che vivere alla mia famiglia e mandare i miei figli a scuola. Non posso continuare così", si sfoga Alfred Raad, un negoziante cristiano di Gerusalemme. Difficoltà economiche e disoccupazione costringono i cristiani a andare via dalla Terra Santa. Negli anni '50 in Terra Santa i cristiani residenti erano il 20% della popolazione, adesso sono il 2%. A Betlemme erano il 90%, adesso solo un terzo.

"Da diversi anni sosteniamo i cristiani in Terra Santa che vivono di turismo e artigianato realizzando articoli religiosi, una tradizione tramandata dai francescani che consente loro di vivere", continua la portavoce di Acs-Italia.

Padre David Neuhaus, gesuita incaricato della pastorale dei cristiani di lingua ebraica, sottolinea l’importanza della presenza cristiana nella regione. "Noi costituiamo circa il 2% sia in Palestina che in Israele e siamo chiamati ad essere ponti di pace. Ecco perché dobbiamo impegnarci a promuovere i valori in cui crediamo all’interno di entrambe le società". Il religioso teme tuttavia che lo scontro tra Israele e Palestina possa creare una frattura tra cristiani palestinesi e non palestinesi. "La Chiesa è fortemente impegnata nel promuovere l’unione in seno alla comunità cristiana. È una vera sfida: se le divisioni nazionali sono reali, specie in questi giorni di conflitto che stiamo vivendo, altrettanto reale deve essere l’unità che deriva dalla nostra fede".

Alfred Raad, attraverso Aiuto alla Chiesa che Soffre, lancia un appello ai fratelli nella fede di tutto il mondo. "Continuate a visitare la Terra Santa, è l’unico modo per sostenerci. Se noi cristiani non vivessimo più qui, la Città Vecchia e la Chiesa del Santo Sepolcro diverrebbero un museo. E in Terra Santa non vi sarebbero più pietre vive".

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