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Sequestrato e rigettato, il pesce sprecato che potrebbe andare ai poveri

28 settembre 2018 | 15.14
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(Fotolia) - elxeneize - Fotolia
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C'è il pesce sequestrato, perché magari catturato fuori stagione o sottotaglia, e c'è il pesce rigettato, che è quello che finisce nelle reti dei pescherecci ma che avendo poca richiesta sul mercato, viene ributtato in mare. Cosa che, con l'entrata in vigore della Direttiva europea, non si potrà più fare a partire da gennaio. In entrambi i casi, si tratta di pesce buono da mangiare, che potrebbe invece finire sulle tavole di chi questo alimento non se lo può permettere.

Ci sta pensando Banco Alimentare che già recupera gli alimenti, da distribuire alle persone più povere, dal mondo agricolo, dalle imprese, dalla gdo. E ora vuole recuperare anche questo pesce, altrimenti inutilizzabile, dai porti.

L'esperimento è già partito ma c'è ancora da fare. "Da tre anni in Sicilia, nel porto di Mazzara, recuperiamo il pesce sequestrato e quello che andrebbe rigettato. Abbiamo fatto dei test e abbiamo visto che recuperare questo pesce è possibile ma serve una grande collaborazione", spiega all'Adnkronos Marco Lucchini, segretario generale Banco Alimentare, a margine dell'inaugurazione di FestivalFuturo di Altroconsumo in corso a Milano (tra l'altro, Banco Alimentare recupera anche gli alimenti che Altroconsumo utilizza per i propri test).

A Mazzara "stiamo lavorando con il porto, la ASL, il dipartimento di pesca della Regione Siciliana, ma dobbiamo trovare sostenitori per la trasformazione e la lavorazione soprattutto del pesce grande, come tonni e spada, che vanno messi sottovuoto per essere conservati nel tempo, e abbiamo bisogno della catena del freddo per portare questo alimento in sicurezza fino alle associazioni - racconta Lucchini - Insomma, è una procedura da costruire attraverso la collaborazione".

"Siamo nella fase di start up e chiunque abbia idee, suggerimenti, soldi, tempo ed energia ben venga - chiede Lucchini - Abbiamo iniziato in Sicilia ma potremmo farlo in tutti i porti e l'Europa ci sta già chiedendo di andare a raccontare questa esperienza".

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