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Sesso con minore a Prato, udienza rinviata al 23 settembre

01 luglio 2019 | 10.26
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In aula moglie e marito. La 31enne accusata di violenza sessuale e atti sessuali su un 15enne con cui ha avuto un figlio

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

E' durata poco meno di mezz'ora, per un cambio del collegio giudicante, la prima udienza del processo al Tribunale di Prato, che vede imputati la donna 31enne accusata di atti sessuali e violenza sessuale nei confronti di un minorenne, oggi 15enne, da cui ha avuto un figlio, e suo marito, al quale è contestato il reato di falsa attestazione di stato civile per aver riconosciuto come suo il bambino. La prossima udienza è fissata per il 23 settembre.

Uno dei legali della coppia, l'avvocato Mattia Alfano, ha spiegato che sono state già fissate tutte le udienze che saranno due a ottobre e due a novembre, e ha fatto sapere che contro la decisione del collegio dei giudici di Prato, che nei giorni scorsi ha rigettato l'istanza di revoca degli arresti domiciliari a cui la donna è ristretta dallo scorso 27 marzo, è stato presentato un ricorso "al Tribunale della libertà e attendiamo che venga fissata la data dell'udienza". "Abbiamo pronta una istanza per proseguire il percorso terapeutico che la signora sta già intraprendendo. La depositeremo ora in cancelleria", ha detto il legale.

Marito e moglie, che non hanno potuto beneficiare del rito abbreviato, come aveva chiesto la difesa, per la mancanza della procura speciale ai legali, questa mattina erano presenti in aula.

L'indagine sfociata nel processo che ha preso il via oggi, era partita l'8 marzo scorso in seguito alla denuncia presentata dai genitori del ragazzo a cui la donna aveva dato in passato ripetizioni private. Ai genitori il 15enne aveva raccontato della relazione con la donna e di essere il padre del neonato che la sua insegnante aveva partorito pochi mesi prima.

La paternità dell'adolescente venne successivamente provata dal test del Dna, effettuato sul neonato con il consenso dell'indagata. Il 27 marzo scorso la donna era finita agli arresti domiciliari, disposti dal gip del tribunale di Prato, su richiesta della procura, per rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Prima il tribunale del riesame di Firenze e poi il tribunale di Prato hanno respinto i ricorsi presentati dei legali della trentenne per chiedere la revoca degli arresti domiciliari.

Nel processo che si è aperto questa mattina un peso rilevante avranno le dichiarazioni rese dal 15enne in incidente probatorio: il ragazzo, in quella circostanza, ascoltato in modalità protetta, aveva raccontato che i primi rapporti sessuali erano iniziati quando ancora non aveva compiuto 14 anni, smentendo la versione dell'indagata che sosteneva invece che fossero iniziati quando il minore era già 14enne. All'ipotesi di reato di atti sessuali con minore, quindi, si era aggiunta anche quella di violenza sessuale. I legali della donna hanno depositato una perizia che metterebbe in dubbio l’attendibilità del ragazzino.

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