(Adnkronos Salute) - "Per me - dice Arisi all'Adnkronos Salute - il grado di 'verde' di un contraccettivo dipende molto dai materiali, ma anche dalle sostanze rilasciate nell'ambiente: i metodi più verdi non usano nulla di estraneo al corpo. Penso ai sistemi per il calcolo della temperatura basale o quelli che misurano dalla saliva la presenza di ormoni nella bocca per indicare i giorni fertili con un computerino. D'altra parte, a rendere meno 'green' questi sistemi è, in alcuni casi, l'elevato rischio di fallimento", ragiona l'esperto. Altri sistemi 'verdi' sono quelli 'definitivi': le sterilizzazioni per lui e per lei. "Certo, si usa disinfettante e anestetico locale, ma il risultato è 'una volta per sempre' e sicuro".
Il condom "è certo un sistema sicuro, ma se lo getto via inquina l'ambiente. Poi c'è il problema dell'allergia al lattice. Ma esistono prodotti in poliuretano che non sono allergizzanti e, forse, da questo punto di vista sono più 'green'. Attenzione però: sono più isolanti e dunque potrebbero inquinare la qualità del rapporto", avverte Arisi. Il preservativo femminile, invece, "oltre all'effetto contraccettivo protegge la donna dalle malattie, dall'inquinamento batteriologico", dunque ottiene un buon punteggio green secondo l'esperto. Anche se c'è da considerare lo smaltimento. (segue)