Basta link, selfie, voucher e brand, "parlate (e scrivete) come mangiate". In un post su Facebook, Vittorio Sgarbi stila un breve elenco di parole straniere con i corrispettivi in italiano per spiegare che "per ogni anglicismo, inutile, che si utilizza (colpa, soprattutto, dei giornali) c’è il suo equivalente, ignorato, in lingua italiana".
Ecco la lista: "Outlet (punto vendita), task force (gruppo di lavoro), babysitter (bambinaia), Happy hour (ora dell’aperitivo), link (collegamento), voucher (buono), class action (denuncia collettiva), brand (marchio), joint venture (impresa congiunta), dispenser (dosatore), sandwich (panino), takeaway (da asporto), talent show (concorso di talenti), selfie (autoscatto), on demand (su richiesta), bail-in (salvataggio interno) e via dicendo".