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Shell sospende le trivellazioni al largo dell'Alaska: c'è poco petrolio

28 settembre 2015 | 12.33
LETTURA: 2 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

La Shell mette fine alle operazioni di trivellazione condotte al largo dell'Alaska perché la quantità di petrolio trovata non è tale da giustificare le spese. Il pozzo Burger J, scavato 240 chilometri circa al largo delle coste di Barrow, città situata all'estremo nord dell'Alaska, verrà quindi sigillato ed abbandonato, ha annunciato oggi la compagnia petrolifera.

La rinuncia di Shell equivale ad una vittoria per gli ambientalisti, per i quali le perforazioni mettevano particolarmente a rischio un ecosistema delicato e le condizioni particolarmente difficili in cui si svolgono le trivellazioni moltiplica il rischio di incidenti. Negli ultimi dieci anni, il gruppo anglo-olandese ha speso circa 7 miliardi di dollari per acquisire licenze di esplorazione nell'Artico.

Esultano gli ambientalisti. "Oggi è un gran giorno per l'Artico. Questa è un'enorme vittoria per milioni di persone che si sono opposte ai piani di Shell, e nello stesso momento è un disastro per le altre compagnie petrolifere che hanno interessi in quella regione", dice il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, commentando la notizia.

"Shell ha scommesso pesantemente sulle trivellazioni nell’Artico e oggi - sottolinea Naidoo - ha rimediato una sonora sconfitta, sia in termini di costi che di reputazione pubblica. Quello del colosso petrolifero anglo-olandese era diventato il progetto petrolifero più controverso al mondo: ora Shell torna a casa a mani vuote".

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