Semyon Rosenfeld si è spento in Israele all'età di 97 anni
Addio a Semyon Rosenfeld, l'ultimo sopravvissuto della rivolta nel lager nazista di Sobibor. Emigrato in Israele nel 1990, si è spento a 97 anni nell'ospedale di Rehovot, vicino Tel Aviv. Lascia due figli e cinque nipoti. Diversi leader politici, dal primo ministro Benyamin Netanyahu al leader dell'opposizione Benny Gantz lo hanno ricordato sui social.
Nato nell'ottobre 1922 nella cittadina ucraina di Ternovka, Rosenfeld si era unito all'Armata Rossa. Mentre combatteva i nazisti, la sua intera famiglia fu sterminata e sepolta in una fossa comune vicino Ternovka. Nel 1941, Rosenfeld fu ferito in combattimento e catturato dai nazisti. Nel settembre del 1943 fu deportato a Sobibor, un lager nazista in territorio polacco dove furono uccisi 250mila ebrei fra l'aprile 1942 e l'ottobre 1943. Il 14 ottobre 1943 scoppiò una rivolta fra gli internati: 11 guardiani nazisti furono uccisi e 360 prigionieri scapparono nei boschi circostanti. La maggior parte dei fuggiaschi furono ripresi, ma in 50 ce la fecero. Fra loro c'era Rosenfeld che raggiunse nuovamente l'Armata Rossa e poi partecipò alla presa di Berlino.
Intervistato anni fa, ricorda il sito Ynet, Rosenfeld raccontò che la rivolta scoppiò dopo che uno dei prigionieri aveva chiesto ad una delle Ss naziste che fine avessero fatto i compagni arrivati con lui. Il nazista aveva risposto indicando il fumo che usciva dal crematorio. Alla fine del 1943, i nazisti distrussero completamente il lager per nascondere ogni traccia di quanto vi era accaduto.
All'epoca della rivolta di Sobibor, Rosenfeld aveva 21 anni. Alexander "Sasha" Pechersky, l'ufficiale dell'Armata Rossa che organizzò la fuga, gli chiese allora se sarebbe stato capace di uccidere un uomo con un'ascia. Lui rispose che non avrebbe potuto uccidere un uomo, ma un nazista sì. "Non avevo paura perchè non avevo tempo di esserlo - ha poi raccontato - pensavo soltanto a sopravvivere".