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Ambiente: shopper illegali, Assobioplastiche premia attività Gdf e Arpa Umbria

22 giugno 2017 | 12.23
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(Fotolia)
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Riconoscere l'impegno nelle attività di contrasto al fenomeno degli shopper illegali. Con questo obiettivo Assobioplastiche, in occasione della XXIV edizione di Comuni Ricicloni, il concorso di Legambiente patrocinato dal ministero per l'Ambiente che premia i migliori risultati nella raccolta e gestione dei rifiuti, conferisce il suo premio alla Guardia di Finanza-Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale e ad Arpa Umbria.

Il riconoscimento è stato consegnato da Maurizio Sberna, consigliere di Assobioplastiche, al colonnello Vincenzo Tuzi e all’ispettore Vincenzo Gargiulo per la Guardia di Finanza-Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale e al direttore di Arpa Umbria Donatella Bartoli.

Alla Guardia di Finanza-Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale, il premio è stato conferito per aver contribuito all'accertamento e alla repressione delle illegalità nel settore dei sacchi asporto merci, mentre ad Arpa Umbria per aver dato vita ad uno strumento di sostegno tecnico-operativo-scientifico alle quotidiane campagne di indagine al fine di garantire la verifica della corretta applicazione delle norme.

Secondo Marco Versari, presidente di Assobioplastiche, "l’industria delle bioplastiche, con l’agricoltura a monte e l’industria del compostaggio a valle, costituisce un vero sistema economico in grado di innescare processi di rinascita economica e sociale che significano in primis creazione di posti di lavoro e sviluppo ecosostenibile. Queste capacità, purtroppo, sono gravemente compromesse dallo stato di diffusa illegalità intorno alla legge 28/2012, con la metà dei sacchetti in circolazione fuori norma".

Con questi premi, dunque, sottolinea Versari, "intendiamo esprimere la gratitudine delle imprese e dei lavoratori della filiera delle bioplastiche al Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale della Gdf e ad Arpa Umbria per il loro impegno a identificare, fronteggiare e contrastare questo fenomeno di illegalità che, secondo i dati Legambiente, comporta una perdita di 160 milioni di euro per l’industria delle bioplastiche, 30 milioni di euro di evasione fiscale, 50 milioni di euro di aggravio dei costi di smaltimento dei rifiuti e ingenti danni all’ambiente e al mare”.

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