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"Sì al decreto sicurezza o salta tutto", l'altolà di Salvini

20 novembre 2018 | 09.49
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"Il decreto sicurezza? No problem. Serve al Paese e sono convinto che passerà entro il 3 dicembre, perché o passa entro il 3 dicembre e diventa legge e porta sicurezza, oppure salta tutto e mi rifiuto di pensare che qualcuno voglia tornare indietro". E' quanto sostiene il ministro dell'Interno Matteo Salvini, lanciando una sorta di avvertimento al M5S in merito al provvedimento licenziato dal Senato lo scorso 7 novembre non senza polemiche, con tanto di rifiuto a votare la fiducia al governo da parte di 5 esponenti pentastellati.

"Il dl sicurezza o si approva entro il 3 dicembre o non si approva", ha ribadito Salvini, dichiarandosi "convinto che si approverà perché serve all'Italia". Ed in merito ad un eventuale caduta del governo in caso di voto negativo il vicepremier taglia corto: "Il problema non si pone, si approva, ne sono sicuro". "Con Di Maio andiamo d'amore e d'accordo", ha inoltre ammesso il vicepremier, sottolineando che non è "mai andato d'accordo con un collega in politica come con il ministro Di Maio".

Sulla stessa lunghezza d'onda il partner di governo. "Il decreto sicurezza va avanti - ha detto Di Maio, ospite di "Radio anch'io" su Radio Raiuno - se adesso noi lo modificassimo significherebbe farlo decadere, dato che scadrebbe e non ci sarebbero i tempi per mandarlo al Senato". Il riferimento è alla lettera inviata ieri da 19 deputati M5S al capogruppo pentastellato Francesco D'Uva per rivendicare la possibilità di apportare modifiche al provvedimento che approderà alla Camera il 23 novembre.

"Da quello che ho capito dalla lettera che i 19 deputati hanno inviato al capogruppo alla Camera - ha spiegato Di Maio - mi è sembrato di capre che gli emendamenti sono più che altro un'azione 'di testimonianza' che non la volontà di modificare e far cadere il decreto, dato che chi nella lettera c'è scritto che si capisce l'importanza del provvedimento in ottica di governo". "Io devo devo assicurare la lealtà del M5S al governo - ha sottolineato infine Di Maio, sostenendo che "noi quel provvedimento lo abbiamo votato in Cdm, quindi deve essere approvato".

Intanto in commissione Affari Costituzionali alla Camera sono stati presentati circa 600 emendamenti al dl sicurezza, di cui 5 depositati dal Movimento 5 Stelle. Per il presidente della commissione e relatore del provvedimento, Giuseppe Brescia (M5S), "rimangono forti perplessità su diversi punti del testo, come il ridimensionamento dello Sprar e la mancata tutela a chi potrebbe subire trattamenti disumani e degradanti. Sono punti a cui alcuni emendamenti presentati dai colleghi M5S danno risposta. Personalmente ho ritenuto opportuno non presentare emendamenti migliorativi come relatore perché è noto che non governiamo da soli". Tuttavia "l'impianto proposto dal decreto regge se aumentano i rimpatri e se il numero di sbarchi rimane invariato - osserva l'esponente 5 Stelle - in caso contrario questo sistema è destinato a creare più irregolari, più marginalità e più insicurezza".

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