Era partito il 19 ottobre scorso dal porto di Riva di Traiano in provincia di Roma e lì avrebbe dovuto far ritorno. Avrebbe voluto percorrere 28mila miglia in completa autonomia energetica e alimentare sulla sua Eco40 con un orto e due galline, la Bionda e la Mora, a bordo per le uova
C'era il sacro, San Cristoforo sul boma, e il profano, il nano Brontolo, a proteggere Matteo Miceli nel suo giro per il mondo in solitaria con due galline, la Bionda e la Mora, ma non sono bastati. La sua imbarcazione, l'Eco40 si è capovolta poco a nord dell'Equatore nell'Oceano Atlantico. La richiesta di soccorso è arrivata alla Guardia Costiera di Roma che ha avvisato le autorità marittime brasiliane. Queste ultime hanno dirottato il mercantile Aranon per prestargli soccorso. Lo hanno trovato su una zattera di salvataggio, dispiaciuto certo, ma in buone condizioni di salute. "Era un sogno, stavolta è andata male. Ci riproverò", ha detto all'Adnkronos Matteo Miceli. "Che è successo? Non lo so, ho sentito un botto, forse un urto con una balena, andavo a otto nodi, ormai pensavo fosse fatta, avevamo superato i momenti più difficili. Eravamo quasi alla fine, mancavano 3600 miglia senza imprevisti su 28mila. Era quasi andata".
La sfida del velista era ambiziosa, ma non era la prima volta che ne portava a compimento di simili. Voleva fare un giro del mondo senza scalo da Roma, andata e ritorno, per 28mila miglia in completa autonomia energetica e alimentare sulla sua Eco40 con a bordo un orto e due galline, la Bionda e la Mora, per le uova. Era partito il 19 ottobre scorso dal porto di Riva di Traiano in provincia di Roma e lì avrebbe dovuto far ritorno. Ora si trova sul mercantile Aranon, diretto verso il porto di Salvador in Brasile, dove dovrebbe far ritorno il 17 di marzo.
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