Si chiude finalmente, dopo quindici anni e una lunghissima battaglia legale, la controversia sui 'Tango Bond', ovvero i titoli della Repubblica Argentina acquistati da circa 50.000 obbligazionisti italiani e finiti in default nel 2001. Il Ministero del Tesoro e della Finanza Pubblica di Buenos Aires a la Task Force Argentina (Tfa) hanno infatti annunciato di aver siglato a New York,negli uffici della White and Case, l’accordo definitivo che prevede entro fine giugno 2016 il pagamento in contanti pari al 150% dell’importo nominale originario di tali obbligazioni. Il valore totale dell'operazione è stimato in circa 1,35 miliardi di dollari.
Il denaro destinato a questo rimborso sarà depositato oggi su un conto bloccato presso una "importante istituzione finanziaria internazionale in attesa del completamento di tutte le formalità con i singoli obbligazionisti per poter ricevere il rimborso presso le loro banche di riferimento".
In una nota il Presidente della Task Force Argentina, Nicola Stock, riafferma la “grande soddisfazione per la ottima ed equa conclusione di una vicenda durata troppi anni che potrà aiutare la normalizzazione dei rapporti tra l’Argentina ed i mercati finanziari internazionali". Stock esprime un ringraziamento "agli obbligazionisti italiani che hanno riposto fiducia nella nostra azione ed ora raccoglieranno i frutti del loro coraggio e dell'impegno continuo ed attivo della TFA".
Sempre oggi, tuttavia, e con cifre ben più impegnative Buenos Aires inizierà a chiudere anche la vertenza aperta - sempre a proposito del default del 2001 - con i cosiddetti 'fondi avvoltoio', ovvero gli hedge fund che avevano acquistato sul mercato importanti pacchetti delle obbligazioni sulle quali l'Argentina aveva dichiarato bancarotta. Il Tesoro argentino infatti sborserà un totale 9,352 miliardi di dollari a seguito dei circa 220 accordi stipulati con i titolari dei 'Tango bond'.
Nei giorni scorsi l'Argentina era tornata sui mercati dei capitali internazionali raccogliendo 16,5 miliardi di dollari: la quota eccedente i vari rimborsi, circa 7,2 miliardi, sarà destinata a rafforzare le riserve in valuta estera della banca centrale.
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