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Sì dalla Ue alla flessibilità per l'Italia, possibile rapporto dopo provvedimento pensioni

13 maggio 2015 | 16.45
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Le raccomandazioni della Commissione Ueindicano in sei punti la strada da seguire: dal deficit alle privatizzazioni, dalla riforma fiscale alle infrastrutture, dalla coesione territoriale alla semplificazione. Il decreto sulle pensioni dovrebbe arrivare lunedì. Boeri: "Deve essere ispirato anche a equità tra generazioni"

Sì dalla Ue alla flessibilità per l'Italia, possibile rapporto dopo provvedimento pensioni

Una promozione sostanziale, che assicura all'Italia i margini di flessibilità richiesti per sostenere le riforme. Le raccomandazioni della Commissione Ue, una sorta di pagella sulla politica economica, indicano in sei punti la strada da seguire: oltre agli interventi sul deficit strutturale, sulle privatizzazioni per ridurre il debito pubblico e sull'efficienza del sistema bancario, l'esecutivo Ue chiede all'Italia anche di attuare la legge delega per la riforma fiscale entro il prossimo settembre, in particolare sulla revisione delle spese fiscali e dei valori catastali e sulle misure per migliorare il rispetto degli obblighi fiscali.

Sul fronte delle infrastrutture, l'esecutivo di Bruxelles nelle Raccomandazioni specifiche per Paese approvate oggi chiede all'Italia che venga adottato il piano nazionale previsto per i porti e la logistica, per contribuire in particolare a promuovere il trasporto intermodale. Inoltre l'Agenzia per la coesione territoriale deve essere "pienamente operativa" in modo da migliorare la gestione dei fondi europei e occorre adottare e applicare le leggi ancora in sospeso per "migliorare il quadro istituzionale" e modernizzare la Pubblica Amministrazione.

Sul lato della giustizia l'Italia deve rivedere i termini della prescrizione entro metà del 2015 e deve assicurarsi che le riforme adottate per migliorare l'efficienza della giustizia civile aiutino a ridurre la durata dei processi. Infine il Paese deve attuare il programma di semplificazione, adottare misure per incrementare la concorrenza e garantire che i contratti dei servizi pubblici locali non conformi ai requisiti 'in-house' siano rivisti entro e non oltre fine 2015.

Resta però in sospeso la questione pensioni. Tanto che la Commissione Ue valuterà se redigere un rapporto sul debito pubblico italiano, ai sensi dell'articolo 126.3 del Trattato, solo dopo aver esaminato gli interventi del governo italiano per rispondere alla sentenza della Consulta. Un decreto che dovrebbe arrivare in Cdm lunedì e che, come suggerisce il presidente dell'Inps Tito Boeri, deve essere ispirato anche all'equità tra le generazioni.

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