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Siccità, torna la paura al Nord

17 gennaio 2019 | 15.56
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Siccità, torna la paura al Nord

Torna la paura della siccità. Dopo la crisi del 2017, questa volta a tenere già in allerta gli esperti sono le aree del Nord dove manca la neve e le riserve di acqua sono sotto la media. Tanto che l'Osservatorio Risorse Idriche è tornato a riunirsi riferendo che le maggiori criticità si registrano al Nord con particolare attenzione al territorio del Veneto. La preoccupazione si sta facendo sentire già nella regione Veneto che, insieme all’Emilia Romagna, sta facendo registrare "i più evidenti segnali di criticità idrica" è emerso al termine della prima riunione dell’anno dell’Osservatorio delle Risorse Idriche, l'organismo ufficiale di analisi e gestione delle crisi idriche cui afferiscono l'Autorità di Bacino Distrettuale Alpi Orientali; le Arpa - Agenzia Regionale Protezione Ambientale di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, e le Anbi, i Consorzi di bonifica ed irrigazione del Nord Est.

Non è solo la mancanza di piogge ad influire sulle portate dei corsi d’acqua, è, hanno sottolineato gli esperti, "anche il generale impoverimento delle riserve di neve sulle montagne del Veneto e del Trentino" dove il manto nevoso, del tutto assente sotto i 1.500 metri, è in linea con le medie stagionali solo a partire da quota 1.700; in Veneto, il serbatoio nivale del bacino del fiume Piave equivale attualmente a 80 milioni di metri cubi d’acqua, al di sotto della media, seppur non di molto.

"La stagione delle irrigazioni è ancora lontana ma, ad oggi, la situazione generale è vicina a quella registrata nel 2017, l’anno più siccitoso degli ultimi due secoli" è la preoccupata dichiarazione di Giuseppe Romano, Presidente di Anbi -Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue del Veneto.

Sostanzialmente in media è la risorsa idrica invasata nei laghi trentini, fondamentale per la portata del fiume Adige e in parte del fiume Brenta: l’invaso di Santa Giustina, il più importante, è al 70% della sua capacità, mentre il lago di Forte Buso è riempito al 50%; sotto media è invece l’invaso di Stramentizzo, pieno al 30%. In Veneto, i laghi del bacino del fiume Piave sono al 60% della capacità d’invaso: un po’ meno rispetto agli anni scorsi; a destare la maggiore attenzione è il lago del Corlo, che alimenta il Brenta: al 60% della propria capacità segna un - 25% sulla media del periodo. Sono invece, nella media, grazie alle precipitazioni dello scorso autunno, i valori delle falde acquifere.

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