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Sicilia si conferma roccaforte grillina

13 maggio 2019 | 07.28
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Il M5S conquista due Comuni su due, il Carroccio ne perde altrettanti. Asse Pd-Fi 'blocca' Lega a Gela

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

di Rossana Locastro

Nel 'derby' di governo giocato ieri sul terreno siciliano il M5S incassa la vittoria. E lascia a mani vuote la Lega. Non sono bastati i bagni di folla e le piazze strapiene in occasione dei comizi del vicepremier Matteo Salvini a centrare l'obiettivo. L'Isola si conferma 'roccaforte' dei pentastellati che conquistano i due Comuni in cui i candidati sindaci grillini erano arrivati al turno di ballottaggio. Al M5S, infatti, vanno Caltanissetta, unico capoluogo al voto e città dell'ex leader di Sicindustria, Antonello Montante, condannato a 14 anni, e Castelvetrano, la città che ha dato i natali all'ultima primula rossa, il super latitante Matteo Messina Denaro. La Lega, invece, esce sconfitta a Gela, dove vince l'asse Pd-Fi con Lucio Greco, e a Mazara del Vallo, dove si impone il candidato di area di centrosinistra, Salvatore Quinci.

"E' una grandissima vittoria. Quando ci danno per morti noi ci siamo sempre", esulta il vicepremier Luigi Di Maio. E proprio il leader del M5S, che nei giorni scorsi è volato più volte in Sicilia per tirare la volata ai 'suoi' candidati sindaci, festeggerà più tardi in piazza a Caltanissetta il risultato incassato. Frutto, ne è convinto il neo sindaco nisseno, Roberto Gambino, del "nostro modo di fare politica" e di "una campagna elettorale portata avanti parlando con i cittadini".

Un successo di certo non scontato. Almeno alla vigilia. Perché Michele Giarratana, candidato del centrodestra, al primo turno aveva raggiunto il 37,3 per cento delle preferenze, lasciando il pentastellato al 19,9 per cento. "C'era un accordo da retrobottega tra il M5S e la Lega di Salvini per farmi perdere. Non c'è stato un apparentamento tecnico ma palese, con messaggi e telefonate" dice adesso lo sconfitto. Accuse che la stessa Lega respinge al mittente. "Ma quale accordo - dicono fonti autorevoli del Carroccio - L'ipotesi di un'intesa è una pura invenzione perché la Lega non è nemica di Giarratana, semplicemente i nostri elettori non sono andati a votare".

Nessuna intesa, è il refrain di Lega e M5S, neppure a Castelvetrano, in provincia di Trapani, dove il grillino Enzo Alfano conquista la fascia tricolore con il 64,6 per cento dei consensi. "Castelvetrano ha dimostrato che vuole cambiare. Finalmente la città potrà mostrare la sua voglia di riscatto" dice il neo sindaco, per il quale il Movimento vince perché "incarna quei principi di chiarezza e cambiamento richiesti dai cittadini. In questi 15 giorni non ci siamo mai fermati, abbiamo continuato a raccontare il nostro progetto e lo abbiamo fatto guardando negli occhi le persone. La gente ci ha dato fiducia".

Ma il turno di ballottaggio in Sicilia consegna anche un'altra vittoria. Quella personalissima di Gianfranco Miccichè. Il commissario regionale di Forza Italia in Sicilia da settimane è il main sponsor di un 'intesa' tra moderati in chiave anti populista. Un Patto del Nazareno in salsa sicula, per i detrattori, una "convergenza su un nome" per il leader azzurro. Il nome è quello di Lucio Greco, che a Gela ha soffiato la vittoria al candidato leghista, Giuseppe Spata, ottenendo la vittoria con il 52,5 per cento dei consensi e lasciando al 47,5 per cento l'esponente del Carroccio. "Un'aggregazione di liste civiche e di forze politiche che hanno messo da parte gli interessi politici e partitici per il bene di questa città" per il neo primo cittadino. "Un'alleanza innaturale come quella fra Partito democratico e Forza Italia, nata solo per fini elettorali" per lo sconfitto Spata. "Se avessimo fatto a Caltanissetta lo stesso accordo che abbiamo fatto a Gela avremmo vinto..." pronostica Micciché per il quale "i simili devono stare insieme". Ma guai a parlare di Patto del Nazareno bis.

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