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Sicilia, Fava: "Io candidato governatore? Ci penso"

26 agosto 2017 | 15.24
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(Fotogramma)
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"Oggi ho ricevuto questa proposta da un'area abbastanza ampia che tiene insieme forze, partiti e movimenti di sinistra. Ci sto pensando, mi sono preso 24 ore di tempo per decidere in un senso o nell'altro. Lunedì scioglierò la riserva". A dirlo all'Adnkronos è Claudio Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia, l'uomo su cui la sinistra punta per una candidatura autonoma alla Presidenza della Regione siciliana alle regionali d'autunno, dopo il no di bersaniani e Sinistra Italiana all'alleanza con gli uomini di Alfano. Cinque anni fa, Fava non poté candidarsi per un cavillo burocratico: non aveva spostato in tempo la residenza in Sicilia.

"Essere rimasti al tavolo da poker aspettando l'ultima mano di Alfano che avrebbe deciso se concedere i propri favori al centrodestra o al centrosinistra è uno scenario malinconico - dice all'Adnkronos Claudio Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia -. La Sicilia, la sua vocazione politica, il desiderio di riscatto da una lunga stagione di pessima politica è diventata carne da macello per trattative romane. Questo è irresponsabile". Per Fava che scioglierà lunedì la riserva sulla sua discesa in campo per Palazzo d'Orleans: "E' irresponsabile sul piano politico chiamare in questa alleanza Alfano per ciò che rappresenta in Sicilia la sua esperienza ed è inaccettabile sul piano morale il modo in cui la Sicilia è diventata una moneta da scambiare sui tavoli romani in favore di una legge elettorale. E' una cosa molto offensiva nei confronti dei siciliani".

"Non mi sembra ci sia stata una rottura da sinistra. Le forze della sinistra avevano proposto al sindaco Orlando e al Partito democratico di costruire una coalizione che avesse un profilo di forte discontinuità rispetto a tutti i governi Cuffaro, Lombardo, Crocetta e che avesse anche una cultura politica condivisa. Invece, i vertici del Pd con una scelta politicamente discutibile e che io considero assolutamente irresponsabile, hanno deciso di costruire un'alleanza con Alfano e con ciò che questo partito rappresenta in Sicilia". "Davanti a questa scelta per ragioni di coerenza e onestà verso i siciliani - prosegue Fava - c'è una parte del mondo del centrosinistra che si tira fuori e che vuole costruire una proposta per un voto libero, responsabile e di cambiamento. Da qui arriva la proposta nei miei confronti su cui scioglierò la riserva lunedì". E l'appoggio di Mdp al Governo nazionale? "Io rispondo di quello che faccio io - dice Fava - e dal 2013 mi sono sempre posto all'opposizione proprio perché consideravo innaturale e fortemente condizionante il sostegno di Alfano, come emerge in questi giorni quando si decide di trascinare alcuni disegni di legge di assoluta civiltà, come quello sullo Ius soli, perché bisogna tenere insieme una maggioranza assai poco coesa, che dello spirito della campagna elettorale del 2013 ha conservato assai poco" aggiunge il vicepresidente dell'Antimafia.

"Il modello Palermo è un sindaco che si ricandida per cercare una continuità amministrativa - dice all'Adnkronos Claudio Fava -. Qui, invece, si tratta di costruire una forte discontinuità con il presidente della Regione uscente, con la maggioranza che lo ha sostenuto e con il ruolo che ha avuto anche Alfano in questa maggioranza. Sono due esperienze totalmente asimmetriche". "Non c'era nessuna preclusione nei confronti del rettore di Palermo, una persona perbene, e nessuna obiezione a costruire una coalizione che lo esprimesse come candidato - spiega Fava -. L'unico punto posto dalla sinistra era che questa coalizione non venisse definita in funzione di accordi romani con Alfano e che avesse una forte omogeneità politica". Per Fava, allora, l'errore del sindaco Leoluca Orlando, big sponsor del campo largo è "nel considerare la presenza o meno di Alfano nell'alleanza un dettaglio insignificante". "In Sicilia serve un voto che riscatti l'Isola dai comitati di affari, dalle vecchie politiche, dai conventicoli di potere che l'hanno governata negli ultimi 20 anni - conclude -. O si fa guardando in alto e in avanti oppure se il candidato governatore sarà espressione di una mediazione al ribasso e sarà costretto a tenere conto della coalizione che lo esprime. Oggi la Sicilia ha bisogno di una scelta di forte e assoluta libertà di azione politica che si ponga lontano dal passato".

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