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Sicilia, respinta mozione sfiducia a Musumeci

22 luglio 2020 | 19.41
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L’Assemblea regionale siciliana l'ha respinta con 36 no e 24 sì

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

L’Assemblea regionale siciliana ha respinto, con 36 no e 24 sì, la mozione di sfiducia al governatore Nello Musumeci presentata dal M5S. In aula 60 deputati presenti.

"Quattro deputati del M5S mi hanno chiesto scusa per la mozione di sfiducia presentata. Tre uomini e una donnaa. Ma ovviamente non farò mai i loro nomi". A dirlo a margine della seduta ars Musumeci.

A presentare la mozione sono stati i deputati del M5S ma quattro di loro avrebbero detto a Musumeci di non essere d’accordo pur avendola votata.

"La mozione di sfiducia è una sorta di certificato di esistenza in vita del M5S", ha detto in aula il governatore siciliano. "Qui c’è chi interviene con spirito vendicativo con una manifestazione di fiele che non appartiene al comportamento di un parlamento", ha aggiunto parlando di una "mozione strumentale e pretestuosa, come è stato più volte detto in aula durante il dibattito". A illustrare la mozione di sfiducia è stato il capogruppo grillino Giorgio Pasqua che ha parlato per più di venti minuti.

"Presidente, quelli sui quali spara nel mucchio sono i suoi dipendenti! Avrebbe dovuto prendere i debiti provvedimenti", ha detto Pasqua. Anche Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd interviene dicendo: "questa mozione di sfiducia dimostrerà se lei ha la maggioranza in aula. Sarà un momento di chiarezza. Noi voteremo per la mozione di sfiducia".

"Una delle accuse che mi viene mossa e che non ha precedenti all’Ars è il veto sulla nomina di un Assessore, una cosa molto pericolosa sul piano del confronto democratico perché il capogruppo del M5S ha voluto giustificare la mia ‘colpa’ di nominare Alberto Samonà che appartiene alla Lega che schernisce il popolo siciliano", ha detto ancora Musumeci. "Cari cinque stelle, a questo partito che ‘schernisce e offende il popolo italiano’ il M5S gli ha offerto la guida delle forze di polizia della nazionale (Salvini ndr), il suo partito per un anno fa ha diviso banco e sottobanco con questo partito", dice.

"Il M5S è l’unico partito che non può parlare della Lega, che non è il mio partito", aggiunge. "Non accetto veti da nessuno- dice - sarà corto ma siccome appartiene alla lega non avevo il diritto di nominarlo. Di fronte alla nomina si sono levate proteste e alcune minacce di morte. Non avete speso una sola parola per le minacce di morte".

Poi insiste sui dipendenti ‘fannulloni’ di cui ha parlato nei giorni scorsi affermando che "l’80 per cento si gratta la pancia". Lo fa nel suo intervento sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S: "Lavoriamo tutti insieme affinché quel 20 per cento di dipendenti regionali possa diventare responsabile, scrupoloso e appassionato e arrivare all’80 per cento. Smettiamola di essere ipocriti per una manciata di voti. Non mi è mai piaciuto essere ruffiano".

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