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Sicilia: sindaci su piede guerra contro Ars e Crocetta, 'calamità istituzionale'/Adnkronos

17 marzo 2015 | 16.45
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L'assemblea dei sindaci della Sicilia sembra una seduta di autoanalisi, dove ognuno sale sul palco per raccontare i problemi del comune che rappresenta. Senza fare sconti a nessuno. Soprattutto ai deputati dell'Assemblea regionale siciliana, accusati di "non legiferare" e, in particolare, al Governatore siciliano

Sicilia: sindaci su piede guerra contro Ars e Crocetta, 'calamità istituzionale'/Adnkronos

Più che un'assemblea dei sindaci della Sicilia, ormai in ginocchio per la grave crisi economica degli enti locali, sembra una seduta di autoanalisi, dove ognuno sale sul palco per raccontare i problemi del comune che rappresenta. Senza fare sconti a nessuno. Soprattutto ai deputati dell'Assemblea regionale siciliana, accusati di "non legiferare" e, in particolare, al Governatore siciliano Rosario Crocetta, destinatario di quasi tutte le lamentele dei primi cittadini. A guidare l'assemblea è un agguerritissimo Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ma soprattutto a capo dell'Anci siciliana, che, indossando la fascia tricolore, enuncia tutti i "guai" dei comuni e parla di uno "stato di calamità istituzionale". E annuncia anche una sorta di gogna pubblica per i deputati regionali e nazionali: "Il prossimo 21 aprile, durante l'assemblea regionale con tutti i sindaci, presenteremo una grande mappa della Sicilia dove scriveremo i nomi di tutti i responsabili dello stato in cui versano i comuni dell'isola. Metteremo i nomi di tutti i deputati, regionali o nazionali di ogni provincia, perché appaia chiaro di chi è la responsabilità", annuncia Orlando fiero, applaudito da quasi tutti i sindaci presenti in un albergo cittadino con la fascia tricolore.

"Ci siamo stancati di parlare genericamente di Regione e di Stato o di Parlamento. I cittadini devono conoscere i nomi dei responsabili in modo che ognuno sappia con chi deve prendersela", aggiunge Orlando. Ma a colpire sono soprattutto gli interventi dei sindaci dei piccoli comuni. Che rischiano quotidianamente il default. Così il giovane Antonio Rini, attivissimo sindaco di Ventimiglia di Sicilia, si sfoga: "Prima a farci chiudere era la mafia ora a farci chiudere è lo Stato, mi dispiace dirlo ma è la verità". "Oggi si sta diffondendo l'idea che lo Stato fa chiudere le imprese e crea solo preoccupazioni - dice Rini - La Regione mi deve dare oltre 690 mila euro". Mentre il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, che tra pochi mesi dovrà lasciare il posto a un successore, chiede formalmente le "dimissioni dell'Assemblea regionale siciliana".

"Chiediamo le dimissioni di un organo che è incapace di legiferare. Poi ci pensiamo noi a governare il territorio, lì vedremo chi è corrotto o no - dice Garofalo - Chi non sa legiferare abbandoni l'Ars, è inutile che aspettino le elezioni nazionali così qualcuno va a Roma, non ce la facciamo più. Crocetta è un alibi dell'Ars. E' un alibi perché per legiferare non serve il governo, ma il Parlamento che legiferi su quelle cose". E annuncia che il "21 aprile chiederemo le dimissioni dei deputati".

Orlando, il 21 aprile assemblea dei sindaci a Caltanissetta

(Adnkronos) "Da oggi parte una iniziativa che dà seguito a quanto già deliberato da 200 consigli comunali della Sicilia, cioè dal 70 per cento dei comuni isolani. E l'adesione può ancora crescere, dopo questa delibera non ci resta che prendere atto che siamo in presenza di un atto di calamità istituzionale, dice Orlando. "Il problema in Sicilia, lo ribadisco - dice - non è più economico ma istituzionale, non c'è più tenuta istituzionale. I comuni non hanno interlocuzione con la Regione. Ecco perché abbiamo deciso di lanciare un progetto di 'salute pubblica' nell'interesse dei cittadini. Orlando annuncia, quindi, "una grande assemblea regionale che si terrà il prossimo 21 aprile a Caltanissetta".

"La faremo entro il 30 aprile - dice Orlando - la data entro cui dovrebbe essere approvata una legge finanziaria che ci porterà a essere sindaci di un comune che non c'è più. Ci siamo stancati di subire le correnti dei partiti, faccio appello a una dignità istituzionale che vogliamo svolgere. E se qualcuno pensa di etichettare l'iniziativa come iniziativa di centrodestra ha sbagliato, così come sbaglia se pensa che sia una iniziativa istituzionale, le classificazioni appartengono alla vecchia politica e sono sotto gli occhi di tutti".

Alcuni sindaci esprimono la loro rabbia per gli scandali 'gettonopoli' che sono stati scoperti tra Agrigento, Siracusa e Messina: "Ma noi non siamo quello - dicono in coro - Noi ormai veniamo considerati come dei ladri mentre cerchiamo di fare fronte quotidianamente a tutti i problemi economici degli enti locali. La gente ci associa al malaffare". Mentre un altro sindaco dice: "Ogni giorno tiro fuori dalle mie tasche soldi per aiutare persone che non possono permettersi neppure di comprare una bottiglia di latte o un chilo di riso". Mario Azzolini, sindaco di San Mauro Castelverde, ricorda che il suo emolumento è di "320 euro al mese" e "a meno che non si sia ricchi di famiglia, non si può fare solo il sindaco". "Ecco perché non mi ricandido. Non posso dividermi tra il lavoro e il comune", dice. "Ci sono alcuni sindaci che stanno solo a guardare - dice - Mentre Orlando e Accorinti sono sempre presenti ed esprimono il loro parere, non conosciamo il pensiero di un sindaco di una grande città come Catania, Enzo Bianco. E' una battaglia comune quella che dobbiamo fare".

Bernadette Grasso, l'Anci se la prenda con suoi deputati riferimento Pd

(Adnkronos) Il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, arriva con un cartellone con la scritta ironica "Acqua Crocetta". All'assemblea dei sindaci è presente anche il sindaco di Messina, Renato Accorinti, con la sua solita maglia 'Free Tibet' e la sciarpa dei colori della pace. "Ricoprire questa carica è molto difficile ma anche affascinante - dice Accorinti - O ci mettiamo in testa di rappresentare i cittadini sotto tutti i punti di vista o ci togliamo la fascia tricolore. Gli schiaffi li prendiamo noi perché siamo sempre in prima fila". Poi torna ad attaccare Palazzo dei Normanni: "L'ho già detto giorni fa quando non mi fecero entrare all'Ars perché ero senza cravatta - esordisce Accorinti - all'Ars c'è puzza di mafia. E faccio due esempi, su acqua e rifiuti. La puzza di mafia è evidente".

A stretto giro di posta arriva la replica all'Anci di un deputato, che è anche sindaco di un piccolo comune, Rocca di Caprileone: "L'Anci deve prendersela con i suoi deputati di riferimento del Pd che non hanno voluto firmare la mozione di sfiducia a Crocetta, è troppo facile adesso chiedere le dimissioni dell'Ars", dice Bernadette Grasso. "Quando i parlamentari di Forza Italia si erano resi conto che la Sicilia non poteva continuare con Crocetta e, me compresa, hanno presentato la mozione di sfiducia a Crocetta, l'Anci ha perso un'occasione - dice Grasso - perché voglio ricordare he l'Anci, con il suo Presidente regionale Leoluca Orlando, è un'espressione di una parte del Pd. Mica c'è stata un'elezione". "Noi Forza Italia l'abbiamo già votata la mozione - dice ancora - Loro invece devono parlare con i loro rappresentanti e con chi non ha firmato la mozione". "Se loro non si sentono rappresentati dai deputati è un problema loro - dice ancora Grasso - Io sono qui con alcuni sindaci della provincia di Messina e se sono qui è perché penso di rappresentare un territorio". "Si vadano a prendere gli atti della Commissione Bilancio, io da sola, nell'interesse dei comuni - spiega ancora Bernadette Grasso - ho portato avanti due emendamenti che riguardavano il rinvio dell'armonizzazione del bilancio. L'azione dell'Anci di sollecitazione e di impulso qual è stata? Io sono d'accordo a firmare tutte le mozioni di sfiducia perché l'ho gà fatto. Ma basta con queste azioni da campagna elettorale".

L'appuntamento per i sindaci siciliani è per il prossimo 21 aprile a Caltanissetta per incontrare i cittadini e dare il via alle assemblee cittadine fino al 30 aprile, termine massimo entro cui si dovrà approvare la legge di stabilità. Ma la strada è tutta in salita.

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