Il progetto di interventi d’arte contemporanea sarà esposto alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli-Palazzo Pitti, a Firenze, dal 13 giugno al 13 luglio. Il titolo rinvia al trattato scientifico ‘Sidereus Nuncius’ di Galileo Galilei, che festeggia il 450esimo anniversario (FOTO)
L’orizzonte, l’universo, la ‘musica celeste’ e la luce delle stelle. Grandezza, ampiezza, spazio e ispirazione. E’ tutto quello che vive nel progetto ‘Sidereus’ di Domenico Bianchi esposto alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli, a Firenze, dal 13 giugno al 13 luglio (FOTO).
Il progetto di interventi d’arte contemporanea, ideato e a cura di Sergio Risaliti, è realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico e etnoantropologico e per il Polo museale di Firenze.
‘Sidereus’ è una composizione monumentale di immagini e opere il cui titolo rinvia al trattato scientifico ‘Sidereus Nuncius’ di Galileo Galilei che festeggia quest’anno il 450esimo anniversario della sua pubblicazione, avvenuta a Pisa il 15 febbraio 1564.
La composizione occupa la parte interna della Limonaia per intero (106 metri): sfere di luce e immagini siderali che creano nello spettatore la sensazione di vasta immensità, profondità luminosa, infinita varietà e allo stesso tempo regolarità prescritta. Opere specificatamente ideate per il settecentesco edificio disegnato dall’architetto Zanobi del Rosso nel 1778.
Il disegno - L’immagine delle opere di Domenico Bianchi è costituita da un segno, soggetto del quadro, e da un nucleo centrale, circolare, a volte quasi trasparente, che genera forme e rimanda anche a infinità di ipotesi figurative-simboliche. Un simbolo di geometria organica, puro elemento decorativo, fantasia cosmologica.
La Limonaia - Entrando nella Limonaia lo spettatore è sorpreso da un grande susseguirsi di immagini su due livelli: il primo è un orizzonte continuo di sfere e vortici di linee dai disegni disposti regolarmente su file parallele, mentre il secondo è composto da 15 quadri, realizzati su legno o in cera con inserti di argento-palladio, che da quel fondo si staccano.
Le opere - La scelta della cera per alcuni dei quadri racconta un luogo di gestazione, trasmutazione, un luogo fatto di fisicità compatta e luminosità, materia luminosa da cui il quadro nasce come struttura e immagine.
Ogni quadro scaturisce da un processo complesso: visione, immaginazione, costruzione. Bianchi raggiunge e ricongiunge così microcosmo e macrocosmo, finito e infinito, la Terra con l’universo, l’unità individuale e la matrice archetipica.
Il quadro diventa per l’autore cosmo nascente, sempre in espansione. E agli occhi dello spettatore l’opera appare già fatta da sempre e contemporaneamente in divenire, come sembra dimostrare il disegno che si evolve al suo interno.
La musicalità dei quadri - Cera, fibra di vetro e foglie di palladio suggeriscono forme mai identiche, cromie mai monotone e complessità musicale con fughe e variazioni.
Il riferimento delle opere alla musica va in particolare alle strutture di impianto sinfonico in cui il tema di fondo principale è scomposto e arricchito con la partecipazione di strutture musicali di diversa intensità e vibrazione.
Il rapporto tra musica e cosmologia è quindi evidente: l’immagine che suggerisce una vastità spaziale in cui la creazione si determina per riproduzione di forme regolari e variazioni continue dell’immagine stessa.
La panchina - Bianchi ha poi collocato una panchina nel giardino antistante alla Limonaia, stabilendo un nesso inscindibile tra contemplazione dell’arte (con le sue prestabilite armonie e sorprendenti varietà), contemplazione del cosmo (con le sue immense apparizioni) e godimento della natura (con la sua bellezza multiforme e la varietà di luci e colori).
La ricerca di Bianchi si svolge a favore della memoria storica e artistica contro l’oblio della tecnica e della comunicazione veloce, grazie alla manualità e al lento processo contro l’omologazione massificata; una ricerca per il simbolico contro il kitsch, a favore dell’ermetico contro lo spettacolare.
Sensibilità e immaginazione - Suo punto di riferimento è la soggettività intesa come universo della sensibilità e della facoltà immaginativa. Ogni prospettiva trascendente trova la propria compiutezza nell’immanenza della cosa creata che si rivela per la forma compiuta, la cura artigianale del dettaglio e la meticolosa definizione dell’immagine.