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‘Sidereus’, la sensibilità Uomo-Universo: il micro e macrocosmo raccontato dalle opere di Domenico Bianchi

06 giugno 2014 | 19.00
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Il progetto di interventi d’arte contemporanea sarà esposto alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli-Palazzo Pitti, a Firenze, dal 13 giugno al 13 luglio. Il titolo rinvia al trattato scientifico ‘Sidereus Nuncius’ di Galileo Galilei, che festeggia il 450esimo anniversario (FOTO)

L’installazione alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli
L’installazione alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli

L’orizzonte, l’universo, la ‘musica celeste’ e la luce delle stelle. Grandezza, ampiezza, spazio e ispirazione. E’ tutto quello che vive nel progetto ‘Sidereus’ di Domenico Bianchi esposto alla Limonaia Grande del Giardino di Boboli, a Firenze, dal 13 giugno al 13 luglio (FOTO).

Il progetto di interventi d’arte contemporanea, ideato e a cura di Sergio Risaliti, è realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico e etnoantropologico e per il Polo museale di Firenze.

‘Sidereus’ è una composizione monumentale di immagini e opere il cui titolo rinvia al trattato scientifico ‘Sidereus Nuncius’ di Galileo Galilei che festeggia quest’anno il 450esimo anniversario della sua pubblicazione, avvenuta a Pisa il 15 febbraio 1564.

La composizione occupa la parte interna della Limonaia per intero (106 metri): sfere di luce e immagini siderali che creano nello spettatore la sensazione di vasta immensità, profondità luminosa, infinita varietà e allo stesso tempo regolarità prescritta. Opere specificatamente ideate per il settecentesco edificio disegnato dall’architetto Zanobi del Rosso nel 1778.

Il disegno - L’immagine delle opere di Domenico Bianchi è costituita da un segno, soggetto del quadro, e da un nucleo centrale, circolare, a volte quasi trasparente, che genera forme e rimanda anche a infinità di ipotesi figurative-simboliche. Un simbolo di geometria organica, puro elemento decorativo, fantasia cosmologica.

La Limonaia - Entrando nella Limonaia lo spettatore è sorpreso da un grande susseguirsi di immagini su due livelli: il primo è un orizzonte continuo di sfere e vortici di linee dai disegni disposti regolarmente su file parallele, mentre il secondo è composto da 15 quadri, realizzati su legno o in cera con inserti di argento-palladio, che da quel fondo si staccano.

Le opere - La scelta della cera per alcuni dei quadri racconta un luogo di gestazione, trasmutazione, un luogo fatto di fisicità compatta e luminosità, materia luminosa da cui il quadro nasce come struttura e immagine.

Ogni quadro scaturisce da un processo complesso: visione, immaginazione, costruzione. Bianchi raggiunge e ricongiunge così microcosmo e macrocosmo, finito e infinito, la Terra con l’universo, l’unità individuale e la matrice archetipica.

Il quadro diventa per l’autore cosmo nascente, sempre in espansione. E agli occhi dello spettatore l’opera appare già fatta da sempre e contemporaneamente in divenire, come sembra dimostrare il disegno che si evolve al suo interno.

La musicalità dei quadri - Cera, fibra di vetro e foglie di palladio suggeriscono forme mai identiche, cromie mai monotone e complessità musicale con fughe e variazioni.

Il riferimento delle opere alla musica va in particolare alle strutture di impianto sinfonico in cui il tema di fondo principale è scomposto e arricchito con la partecipazione di strutture musicali di diversa intensità e vibrazione.

Il rapporto tra musica e cosmologia è quindi evidente: l’immagine che suggerisce una vastità spaziale in cui la creazione si determina per riproduzione di forme regolari e variazioni continue dell’immagine stessa.

La panchina - Bianchi ha poi collocato una panchina nel giardino antistante alla Limonaia, stabilendo un nesso inscindibile tra contemplazione dell’arte (con le sue prestabilite armonie e sorprendenti varietà), contemplazione del cosmo (con le sue immense apparizioni) e godimento della natura (con la sua bellezza multiforme e la varietà di luci e colori).

La ricerca di Bianchi si svolge a favore della memoria storica e artistica contro l’oblio della tecnica e della comunicazione veloce, grazie alla manualità e al lento processo contro l’omologazione massificata; una ricerca per il simbolico contro il kitsch, a favore dell’ermetico contro lo spettacolare.

Sensibilità e immaginazione - Suo punto di riferimento è la soggettività intesa come universo della sensibilità e della facoltà immaginativa. Ogni prospettiva trascendente trova la propria compiutezza nell’immanenza della cosa creata che si rivela per la forma compiuta, la cura artigianale del dettaglio e la meticolosa definizione dell’immagine.

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