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L'ad di PMI oggi al Mast di Bologna, è intervenuto al convegno 'L'impresa come motore di sviluppo sociale del territorio'

Sidoli (Philip Morris): ''Investimento a Bologna è chance sviluppo sociale''

11 aprile 2014 | 21.00
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Sidoli (Philip Morris): ''Investimento a Bologna è chance sviluppo sociale''

Essere un motore di sviluppo non solo economico, ma anche sociale, con un occhio di riguardo all'ambiente e al capitale umano. Questo il modello d'impresa che l'ad e presidente di Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli, ha presentato oggi al Mast di Bologna, intervenendo al convegno 'L'impresa come motore di sviluppo sociale del territorio'. Un momento di riflessione sul ruolo dell'azienda per l'intera comunità che trova la sua concretizzazione anche nell'investimento da 500 milioni di euro che Philip Morris ha deciso di mettere in campo, proprio alle porte del capoluogo emiliano, nel comune di Crespellano dove sorgerà un mega stabilimento per la produzione di nuovi prodotti da fumo. Un sito industriale che a regime impiegherà fino a 600 persone.

La nuova fabbrica, ha spiegato Sidoli, creerà "prodotti che noi chiamiamo a rischio potenzialmente ridotto". "Non sono sigarette convenzionali, perchè non hanno la combustione" ha rimarcato l'ad, precisando che senza il processo di combustione si abbattono notevolmente le sostanze tossiche inalate tramite le sigarette tradizionali. In sostanza, si tratta di una sigaretta con dispositivo che riscalda il tabacco, senza bruciarlo, e che non ha quindi cartucce di nicotina come le sigarette elettroniche diffuse attualmente sul mercato.

"E' una sfida anche per noi - ha continuato Sidoli - sul rilancio di una categoria merceologica che, come tutti sappiamo, è molto controversa per i danni che crea alla salute". Questi nuovi prodotti, ha aggiunto, sono pensati per "affrontare il tema del rischio e del danno in una maniera nuova".

Quanto al modello imprenditoriale approfondito al convegno, il presidente di PM Itala ha rimarcato come la mission aziendale sia quella di essere "un'impresa aperta, che crede di fare bene il proprio mestiere, crede negli investimenti e nell'ambiente nel quale opera". Insomma, ha ribadito Sidoli, "siamo un'impresa che vuole essere un buon cittadino, un buon membro della comunità nella quale opera, come del resto Intertaba è sempre stata" a Bologna. "Adesso che abbiamo in campo un ulteriore investimento - ha aggiunto - abbiamo anche un'opportunità in più".

Quanto alla scelta del territorio emiliano per aprire il nuovo sito produttivo, "in primis ci ha attratto il fatto che qui a Bologna abbiamo da 50 anni una realtà industriale, Intertaba, che, nel nostro network è un gioiello di produzione di filtri ad alta tecnologia per sigarette" ha ricordato Sidoli, sottolineando che "questa era già una buona base di partenza, poi qui ci sono Coesia e un distretto che lavora sulla nostra categoria merceologica, rendendo questa città un po' speciale".

Non solo. "Bologna è una città operosa, ci sono professionalità, una forte industria meccanica e alta tecnolgia: tutto ciò porta ad un ambiente che anche sotto il profilo della professionalità è più ricco di quanto non siano altre città nel nostro Paese" ha proseguito, sintetizzando che quindi "Bologna era una scelta abbastanza naturale".

Un caso esemplare, dunque, di una grande multinazionale che sceglie l'Italia e la sua tradizione manifatturiera per sviluppare nuovi prodotti. "Il segreto per attrarre investimenti - ha detto, in merito, Sidoli a margine del convegno - è che quelli che vengono in Italia siano trattati bene e supportati. Se il nostro caso, come altri, avrà successo evidentemente saremo ambasciatori anche per uno sviluppo futuro che tutti quanti ci auguriamo". Ad ogni modo, ha chiarito, "non siamo gli unici ad investire in Italia, ci si sente una mosca bianca quando si è soli e noi non lo siamo".

Dal palco dei relatori Sidoli ha poi snocciolato temi e numeri dell'impegno aziendale per "la sostenibilità sociale che - ha detto - non è solo un dovere ma una grande opportunità". "Per essere un motore di sviluppo economico e sociale - ha affermato - è centrale generare valore, ma anche creare lavoro e avere una prospettiva di profondità morale". E' in quest'ottica che Philip Morris cura ogni passaggio della sua filiera, dalla scelta di comprare circa il 45% di tabacco italiano (21 milioni di chili all'anno), fino agli accorgimenti per ridurre a zero gli sprechi di materia prima durante la produzione. Igiene, sicurezza e risparmio energetico sono gli altri ingredienti di una fabbricazione che chiede ai fornitori anche precise garanzie sul non utilizzo di lavoro nero e minorile.

Quanto, invece, alla tutela del capitale umano, che passa sia dalla formazione sia dalla sicurezza, Sidoli ha ricordato che la sola Interbata ha toccato il record di "quasi 2 milioni di ore lavorate senza incidenti". Ma la responsabilità sociale dell'impresa si è tradotta anche con l'impegno al fianco delle popolazioni colpite dalle alluvioni come dai terremoti, sia quello dell'Emilia sia quello dell'Aquila, mentre oltre i confini nazionali l'azienda sostiene progetti di formazione e iniziative per l'emancipazione femminile.

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